Ha un bel dire la Merkel nell’auspicare un modifica dei trattati europei, volta ad una maggior integrazione. Presso la Corte costituzionale del suo Paese, infatti, giace ormai da luglio il Fondo Salva Stati, una tra le poche misure in grado di frenare la speculazione internazionale, a patto che fosse stata varata rapidamente. E’ successo, invece, che, benché il Bundestag e  il Bundesrat avessero ratificato il provvedimento assunto in sede comunitaria, la Corte ha deciso di accettare sei ricorsi presentati da numerosi cittadini, dal partito di sinistra Linke, da un ex deputato cristiano sociale e dal movimento Più democrazia; e, contestualmente, di prendersi tutto il tempo necessario per emettere un pronunciamento. Che, se tutto va bene, dovrebbe arrivare il 12 settembre. Quando ormai, con ogni probabilità, il Fondo sarà stato superato dagli eventi. Federico Pedrini, Humboldt-Fellow presso la Freie Universität Berlin, ci spiega  quali scenari si prefigurano.



L’impressione è che la Corte costituzionale tedesca abbia assunto un ruolo politico. E’ così?

La problematica è comune a molti tribunali costituzionali dell’occidente giuridico. Il loro controllo, secondo i documenti normativi che li hanno istituiti, sembrerebbe configurarsi come strettamene giuridico. Tuttavia, il fatto stesso di doversi pronunciare su decisioni del parlamento e, talvolta, di altri organi costituzionali, implica un rilievo politico delle decisioni assunte; questo non configura una vera e propria contrapposizione rispetto gli orientamenti del potere legislativo o esecutivo quanto, piuttosto, una tensione strutturale.
Perché la Corte costituzionale tedesca si sta esprimendo sul ricorso di semplici cittadini?
In Germania, esistono diverse modalità di accesso alla giustizia costituzionale. Indirettamente, laddove sia il giudice a sollevare una questione di legittimità costituzionale (è la tipica modalità italiana); e direttamente: in Germania, come in Spagna e a differenza di quanto accade in Italia, è previsto il ricorso costituzionale diretto da parte dei cittadini che si ritengano lesi in un loro diritto fondamentale (riconosciuto in Costituzione) da parte di un qualunque atto dello Stato.



Perché si sono sentiti lesi dall’approvazione del Fondo Salva Stati?

Il ricorso è stato esperito  da alcuni cittadini, tra cui svariati professori universitari, che si sono sentiti lesi nel proprio diritto di voto.
Eppure, il Parlamento ha approvato il Fondo esercitando, quindi, la propria funzione di organo rappresentativo della sovranità popolare.
Sì, ma il diritto al voto è stato inteso dalla giurisprudenza della Corte non solo come il diritto a votare in libere elezioni, ma anche come il diritto ad essere rappresentati da un Parlamento dotato non solo formalmente, ma anche sostanzialmente di ampi poteri decisionali su tutte le componenti essenziali della gestione politica della cosa pubblica. In sostanza, il singolo cittadino, può far valere delle prerogative dei singoli parlamentari e del Parlamento nel suo complesso, soprattutto nel rapporto con l’esecutivo. Nel caso specifico, inoltre, la Corte è stata chiamata a esprimersi, relativamente al processo di ratifica del Fondo, sul grado di coinvolgimento del Parlamento: domandandosi, ad esempio, se poche ore di riflessione per votare un simile provvedimento, senza un’adeguata informazione e preparazione tecnica sul punto, siano sufficienti a configurare una partecipazione effettiva al voto da parte dei parlamentari.
La Merkel si è detta intenzionata ad agevolare il processo di modifica dei trattati europei al fine di perseguire una maggiore integrazione. La Corte costituzionale lo renderà possibile?
Dal punto di vista del diritto internazionale, il vincolo del trattato, frutto dell’accordo tra gli Stati nazionali, diventa operativo con la ratifica interna secondo le procedure previste; il problema si porrà piuttosto dal punto di vista del diritto statale tedesco se, effettivamente, la Corte sarà chiamata a pronunciarsi su tale ratifica. E, con ogni probabilità, considerando l’elevato numero di euroscettici presenti in Germania, sarà chiamata ad esprimersi.
Nel caso di una modifica dei trattati internazionali auspicata dalla Merkel, cosa potrebbe decidere?



Una prima idea potremmo farcela a settembre, quando la Corte, pronunciandosi sul trattato internazionale di istituzione del Fondo Salva Stati, affermerà se lo ritiene costituzionalmente legittimo o meno. Se asserisse, ad esempio, che esso incide in maniera troppo radicale sul diritto di bilancio tedesco e che ciò intacca un profilo che non può essere modificato neppure con una legge di revisione costituzionale, si frapporrebbe un grosso ostacolo alla modifica dei trattati europei. Specie se questi introducessero norme volte alla garanzia reciproca dei debiti nazionali.
A quel punto, sarebbe possibile prevederne i futuri orientamenti?
Non sarei così drastico. La Corte, infatti, di volta in volta, si esprime attraverso sentenze che siano il più legate al caso specifico in esame, spesso formulando delle argomentazioni non facilmente generalizzabili.

 

(Paolo Nessi)