“Sono super felice. A 64 anni mi sento totalmente realizzata, se dovessi tornare indietro rifarei tutto; un uomo si realizza nella vita nella misura in cui segue un ideale: l’ideale cristiano è Cristo dentro la realtà come ci ha insegnato Giussani. Mi affascina e mi ha sempre affascinato la ragionevolezza della fede, cioè l’incontro con un’esperienza, con un uomo che ti apre alla realtà e che ti aiuta a valorizzare tutto”. Giovanna Tagliabue, brianzola doc e Memores Domini, era arrivata in Paraguay con un progetto dell’Avsi nel 1985 come infermiera con altri cinque volontari per seguire l’organizzazione di un Ospedale a Villarica. Alle spalle Giovanna aveva 10 anni di Africa, sempre dalla parte della formazione: “Qualsiasi opera – spiega la tenace Tagliabue – deve essere una risposta a un bisogno reale e deve far crescere le persone locali per assicurare la continuità della stessa opera”. Successivamente si è spostata ad Asunción su invito di don Giussani dove ha preso in mano per vent’anni le redini del Movimento. Nel frattempo, attraverso l’Ambasciata, ha contribuito alla crescita dell’Ospedale italiano che in quegli anni nella sala operatoria aveva ancora le autoclavi che funzionavano con la bombola del gas. Non va dimenticata nello stesso periodo l’esperienza della caritativa del Movimento nel Riformatorio “Panchito Lòpez” che ha portato all’esperienza di una Casa per ragazzi come punto di un nuovo inizio dopo l’uscita dal carcere. Nel 1999 uno dei novizi, Pedro, ha scelto con grande coraggio di vivere con questi minori, costruendo – grazie alla cooperazione spagnola – la “Casa per minori Vergine di Caacupè” a Itaguà: è un luogo di accoglienza e di recupero con il campo, l’orto e la falegnameria con gli attrezzi e le macchine lombarde forniti proprio dal fratello di Giovanna non appena è andato in pensione. Per alcuni minori dai 13 ai 18 anni, quindi, la permanenza diventa così una misura alternativa al carcere; lo scorso anno è stata costituita anche una scuola tecnica aperta a tutto il territorio che prepara alle diverse mansioni professionali (idraulico, elettricista, meccanico, falegname..) e permette un’integrazione fra gli studenti. Oggi il braccio destro di Pedro è proprio uno dei primi ragazzi passati dalla Casa. Incarnarsi nel territorio significa anche comprenderne le esigenze e così è successo quando le prime giovani famiglie hanno manifestato l’interesse per la cura dei figli. Giovanna (che vive nella Casa femminile con altre nove persone) ha affittato nel 2000 una casa per aprire un asilo (cinque bambini per quattro famiglie), ma il sempre crescente numero di richieste ha portato a maturare nel 2004 l’idea di costruire la scuola “Santa Caterina” a Lambarè, una struttura che comprende i diversi gradi dall’asilo al liceo (il primo ciclo si è concluso lo scorso anno).
Il terreno è stato pagato con le donazioni, grazie alle tredicesime di alcuni amici del Movimento, attraverso l’operazione “Un metro quadrato per Santa Caterina” e ad alcune raccolte specifiche. A scuola il compito di Giovanna è quello di formare con l’aiuto della Foe (Federazione opere educative) i genitori e i professori: “È incredibile come il carisma educativo possa affascinare. Nessun padre come racconta Nembrini è in grado di educare all’altezza dei desideri del figlio, quello che cerco di trasmettere ai padri è di educare il figlio all’ideale, allo sguardo più in là della miseria umana”. Giovanna è reduce dal successo scolastico de “La notte dei talenti” dove ogni ragazzo ha messo in mostra le sue qualità artistiche musicali. Anche questa è una forma di educazione “a guardare i figli nella loro totalità”. Sono le stesse famiglie a gestire la scuola, mentre la Foe garantisce un supervisore (un professore in pensione dell’Istituto Tirinnanzi di Legnano) che tiene i corsi di aggiornamento. Dai cinque bambini dell’inizio siamo arrivati a 316. È stato avviato anche uno scambio culturale per docenti sempre con la Tirinnanzi, perché “voglio fare le cose bene: l’educazione in questo Paese è prioritaria; gli adulti sono quello che sono, ma noi vogliamo incominciare da zero, per cambiare la mentalità dobbiamo passare dalla scuola. Sono molto contenta: Il carisma educativo di Giussani è una grande cosa, è una risposta incredibile sulla persona”. Parlare di Comunione e Liberazione in Paraguay significa, tra le altre cose, citare il Banco alimentare con la Colletta, la Cooperativa di risparmio e di credito, la caritativa nella Casa di riposo e in una Casa per minori dello Stato e la catechesi in preparazione alla cresima nella parrocchia della Recoleta. Il Movimento di Cl, guidato da Jorge Larrosa, non si limita solo alla capitale Asunción ma è presente anche a Ciudad del Este (con una Casa femminile), a Caaguazù, a Villarica e a Encarnación; riunisce circa 450 persone, molte delle quali giovani che stanno costruendo nuove famiglie e possono rappresentare un futuro per un Paese che ha bisogno di una nuova classe dirigente. E anche questa è una grande esigenza.