Nell’undicesimo anniversario degli attacchi alle Torri Gemelle di New York, l’America ricorda con lo stesso animo ferito dell’indomani. Non solo: anche l’allarme sicurezza è stato elevato ai massimi livelli per timore di qualche attentato celebrativo da parte degli appartenenti ad Al Qaeda. E proprio all’organizzazione dell’ormai defunto Osama bin Laden ha fatto riferimento il presidente degli Stati Uniti nel suo discorso commemorativo. Ha infatti voluto precisare come comunque avevano sempre fatto i presidenti americani, che quella che è in corso da quell’11 settembre 2001 è una guerra contro l’organizzazione terroristica di Al Qaeda e non una guerra contro l’Islam. A proposito dell’attacco suicida di allora, Obama ha voluto poi dire che le conseguenze di quella tragedia sono oggi un mondo più sicuro, “una nazione più forte e più rispettata nel mondo e un popolo più unito che mai”. Il vertice di Al Qaeda, ha poi aggiunto, è stato decimato dagli Stati Uniti “grazie al coraggio e alla capacità dei nostri uomini dell’intelligence e delle forze armate, Osama Bin Laden non tornerà più a minacciarci”. Il riferimento è stato al noto attacco delle forze militari americane in Iraq che ha portato alla uccisione del nemico numero uno del Paese. Qualcuno ha però notato come questo undicesimo anniversario sia stato celebrato tra forti polemiche, prima di tutte quella relative ai coraggiosi pompieri che parteciparono al salvataggio di vite umane quel giorno, che muoiono per le conseguenze di quanto respirato quel giorno.  Polemiche anche per il museo previsto sul posto dove sorgevano le Torri Gemelle e che oggi non è ancora stato inaugurato, ancora un cantiere a cielo aperto. Come sempre a Ground Zero si è tenuto un minuto di silenzio seguito dalla lettura dei nomi di tutte le vittime, 3mila. Oggi in ricordo di tale giornata è stata sospesa anche la campagna elettorale. Particolare commozione ha riservato la decisione di una delle vedove degli attentati di regalare al museo delle Twin Towers un biglietto scritto a mano dal marito con ancora tracce di sangue: “84esimo piano. Ufficio Ovest. 12 persone intrappolate” c’è scritto. Grazie all’esame del dna si è infatti potuto scoprire chi avesse scritto il bigliettino: il suo nome è Rusty Young, aveva 48 anni e sta lavorando negli uffici di Euro Brokers al World Trade Center. 



Aveva fatto in tempo a telefonare alla moglie per dirle che un aereo aveva colpito l’altra torre. Poi è rimasto intrappolato ed è morto nel crollo del palazzo. Il bigliettino era volato a terra nel crollo e raccolto da una persona che lo aveva fatto conservare nel caveu di una banca, poi è stato dato alla famiglia della vittimma.

Leggi anche

Erdogan Putin, colloquio telefonico non solo su economia/ "Serve pace, ma ci si avvicina a guerra nucleare"SPILLO/ Se per riscoprire i Canti Beneventani gli italiani devono andare a New York