Il giorno dopo l’attacco al consolato americano di Bengasi in cui sono rimasti uccisi l’ambasciatore in Libia e tre uomini delle forze di sicurezza, gli Stati Uniti si muovono. Ieri il presidente Obama era intervenuto condannando duramente la strage (di cui non sono del tutto chiari i reali motivi, sembra scatenata in seguito alle proteste per un film americano definito blasfemo, mentre altri parlano di vendetta di Al Qaeda), adesso si muove l’esercito. Due navi da guerra, infatti, due “destroyer” con a bordo trecento uomini, missili Tomahwk e droni per l’attacco a terra senza piloti, si stanno avvicinando alle coste libiche, oltre ai duecento marines già inviati per proteggere gli interessi americani in Libia. Non è chiara la missione delle due navi, se non quella di mostrare la forza e la risolutezza americana, con il chiaro messaggio di essere pronti a intervenire se ci fossero nuovi episodi di violenza verso gli americani in nord Africa. Incidenti infatti si erano registrati anche nella capitale egiziana dove l’ambasciata americana aveva subito anch’essa un assalto, fortunatamente senza conseguenze tragiche. Obama ha parlato al telefono con le massime autorità egiziane e libiche per chiarire la vicenda e chiedere che venga disposta la massima sicurezza militare introno alle sedi diplomatiche americane nei due Paesi. “In Libia sono stati uccisi quattro straordinari americani. Vogliamo che sia fatta giustizia e giustizia sarà fatta” ha detto palrando ieri alla nazioen americana. Da parte libica sono comunque giunte prontamente le scuse per la strage di Bengasi. Tutto il personale diplomatico americano in Libia sarà intanto evacuato, a Tripoli rimane solo una unità di emergenza. Secondo Al Qaeda invece, l’attacco è stato pianificato come vendetta in seguito all’uccisione pochi giorni fa del numero due dell’organizzazione terroristica, in chiara concomitanza con l’anniversario degli attacchi dell’11 settembre 2001. Intanto il film considerato blasfemo, opera di un regista israelo-americano e finanziato dal pastore americano che in passato aveva bruciato copie del Corano, è stato vietato sul canale Youtube egiziano e libico. Al Cairo anche oggi manifestanti si sono radunati davanti all’ambasciata americana per protestare contro il fin in questione: chiedono scuse ufficiali da parte degli Stati Uniti per l’offesa al profeta Maometto. Ci sarebbero anche stati degli scontri con la polizia e degli arresti.
Intanto, secondo fonti libiche, gli autori dell’attacco mortale al consolaot libico sarebbero già stati quasi tutti arrestati dalla polizia. Le autorità sarebbero sulle tracce degli altri responsabili.