Due università americane sono state fatte evacuare questa mattina a seguito di due diverse telefonate anonime che segnalavano la presenza di un ordigno all’interno delle strutture. Il primo telefono a squillare, intorno alle 8 di oggi, ora locale, è stato quello dell’università di Austin, in Texas: un uomo, professandosi membro di al Qaeda, ha annunciato di aver disseminato l’intero campus di bombe. Il personale dell’ateneo ha quindi diramato l’allarme inviando un sms a tutti gli studenti in cui è stato chiesto di “evacuare immediatamente tutti gli edifici e di allontanarsi il più possibile”. Responsabili dell’università hanno poi fatto sapere che la telefonata, arrivata alle ore 8.35, sarebbe stata ad opera di un uomo con accento mediorientale “che sosteneva di aver piazzato bombe in tutto il campus, e che sarebbero esplose di lì a 90 minuti. Il Rettore ha così disposto l’evacuazione per maggiore cautela”. Poco più di un’ora dopo, verso le 10 del mattino, una nuova telefonata ha raggiunto l’università statale di Fargo annunciando la presenza di esplosivo: anche in questo caso è stata immediatamente ordinata l’evacuazione di tutti gli impiegati e degli studenti. Le due telefonate alle università statunitensi sono giunte proprio in questo venerdì caratterizzato dalle violente rivolte nel mondo islamico contro il film considerato blasfemo su Maometto. Dal Libano al Sudan, dall’Egitto alla Tunisia, fino al sudest asiatico, le rivolte non si placano e continuano a produrre morti e feriti. A Tripoli, nel nord del Libano, una folla di circa 300 persone ha dato alle fiamme un locale della catena di fast food americana Kentucky Fried Chicken e negli scontri tra polizia e manifestanti una persona avrebbe perso la vita. In Tunisia, invece, un folto gruppo di manifestanti è riuscito a superare il muro di cinta dell’ambasciata Usa e ad ammainare la bandiera americana, poi sostituita con quella islamica. I manifestanti hanno poi incendiato diversi alberi presenti nella sede diplomatica e mandato in frantumi diverse finestre.
La rivolta contro il film blasfemo si è allrgata fino a Gaza, dove migliaia di persone hanno sfilato lungo le strade della città e a Rafah, nonostante Hamas avesse chiesto ieri ai cittadini di non partecipare alle manifestazioni attese per il dopo preghiera del venerdì.