Il colpo di coda di Al Qaeda, un’organizzazione terroristica fortemente in difficoltà e messa sotto pressione dagli attacchi dei droni Usa e dalle eliminazioni mirate dei suoi leader. Michael Herzog, editorialista del quotidiano israeliano Haaretz, descrive così quanto avvenuto a Bengasi dove l’ambasciatore Chris Stevens ha perso la vita nel corso delle proteste contro il film “L’innocenza dei musulmani”. Ieri per l’intera giornata manifestazioni e sassaiole sono proseguite contro le ambasciate Usa in Egitto e Yemen. Anche nello Stato di Israele, rivela Herzog, la situazione è tutt’altro che tranquilla per gli attacchi dei gruppi salafiti provenienti dalle postazioni di Gaza e nel Sinai.



Che cosa c’è realmente dietro a questa nuova ondata di violenza?

Nel mondo arabo è in corso una protesta su vasta scala contro il film calunnioso “L’innocenza dei musulmani”. Per quanto riguarda l’attacco contro il consolato americano in Libia e l’uccisione dell’ambasciatore Stevens, ci sono forti sospetti che quanto è avvenuto sia stato organizzato da Al Qaeda, all’indomani dell’anniversario dell’11 settembre, e portato avanti dal gruppo terroristico sotto la maschera di una protesta contro il film. Non a caso Ansar Al-Sharia, l’organizzazione che ha rivendicato l’uccisione di Stevens, è un’organizzazione salafita e sunnita, affiliata ad Al Qaeda dal punto di vista ideologico, se non anche organizzativo.



Quali possono essere le conseguenze per l’intero Medio Oriente?

E’ probabile che nelle prossime ore assisteremo a proteste ancora maggiori nell’intera regione. Ieri sono proseguite al Cairo, nello Yemen, in Iraq e in Tunisia. Oggi, venerdì di preghiera per tutti i musulmani, gli scontri con ogni probabilità si diffonderanno ulteriormente. Ritengo che a un certo punto avranno fine, ma ci vorrà del tempo.

Che clima si respira in queste ore nello Stato d’Israele?

C’è molta preoccupazione, anche se Israele la sta vivendo in una modalità diversa rispetto a Egitto e Libia. Le organizzazioni salafite ed estremistiche hanno organizzato una serie di attacchi contro le postazioni ebraiche lanciati da Gaza e dal Sinai.



Gli Usa intanto hanno sottolineato che non hanno nulla a che fare con il film …

Gli Stati Uniti da un lato hanno preso le distanze dal film, affermando che era calunnioso e molto negativo, e dall’altra hanno condannato le violenze sottolineando che non erano giustificate in nessun modo. La ritengo una posizione equilibrata e corretta.

 

Washington ha anche inviato due navi da guerra in Libia. Come valuta questa scelta?

 

E’ una risposta che indica che gli americani hanno forti sospetti sul fatto che la responsabilità dell’assassinio di Stevens sia di Al Qaeda, e non di una folla inferocita. Gli Usa del resto hanno informazioni approfondite e se si convincono che sia stata Al Qaeda, la perseguiranno e colpiranno. E’ quanto è stato espresso anche dalle prime dichiarazioni del presidente Obama.

 

Il presidente Usa di recente ha vantato i suoi successi contro Al Qaeda. Quanto avvenuto a Bengasi dimostra era presto per cantare vittoria?

 

In generale la politica di Obama contro il terrorismo internazionale è stata abbastanza efficace. Gli Usa non hanno soltanto eliminato Osama Bin Laden, ma anche diversi altri leader di Al Qaeda incluso un esponente libico molto prominente, Abu al-Libi. E’ probabile che il gruppo terroristico abbia provato a vendicarsi, il dato di fatto è che Al Qaeda è certamente sotto pressione. Non è ancora finita né sconfitta, ma è in difficoltà e deve impiegare molte delle sue energie per proteggere i suoi esponenti. Ovviamente, si tratta di un fatto molto positivo.

 

Eppure la politica estera di Obama è stata accusata di eccessiva debolezza …

 

Non condivido queste critiche. Quando si è trattato di contrapporsi a estremismo e terrorismo, Obama è stato molto deciso e ha combattuto senza sosta. Tutt’al più, ritengo che possa essere criticato su altre questioni, come la sua posizione sull’Iran e la Siria, ma non quando si è trattato di fronteggiare Al Qaeda. E’ un fatto indiscutibile che gli attacchi con i droni contro le cellule terroristiche operative in Afghanistan, in Pakistan e nello Yemen sono stati incrementati in modo progressivo ma considerevole sotto la presidenza di Obama.

 

(Pietro Vernizzi)

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