Non si placano le violente rivolte in tutto il mondo arabo e musulmano scatenate dal cortometraggio su Maometto. Dopo aver preso il via in Libia, in Egitto e Yemen, altre manifestazioni sono state registrate a Khartoum, in Sudan, dove è stato dato alle fiamme il compound dell’ambasciata tedesca. Le immagini trasmesse dalla tv satellitare al-Jazeera hanno infatti mostrato le fiamme alzarsi proprio a ridosso della sede diplomatica, avvolta da una densa colonna di fumo nero. Poco prima gli stessi manifestanti avevano attaccato anche l’ambasciata britannica. Altre proteste anti-americane, secondo quanto riferito dalla tv al-Arabiya, si sono svolte nelle scorse ore anche in Kuwait, dove centinaia di persone sono scese in piazza di fronte alla sede diplomatica statunitense scandendo slogan in favore di al-Qaeda. La rivolta si è poi allargata fino all’Indonesia, il paese che registra la comunità musulmana più numerosa al mondo, dove i leader religiosi locali hanno indetto una grande manifestazione prevista oggi a Giakarta. Oltre 250 poliziotti in tenuta antisommossa sono già stati predisposti, mentre l’ambasciata americana ha invitato, attraverso una e-mail, alla massima cautela tutti i cittadini statunitensi presenti nel Paese. In Libano, pochi giorni dopo l’attacco all’ambasciata americana di Bengasi in cui ha perso la vita Chris Stevens, alcune centinaia di persone hanno incendiato un locale della nota catena di fast food americana Kentucky Fried Chicken (Kfc) di Tripoli, ancora una volta per protestare contro quel film considerato offensivo dell’islam e del profeta Maometto. Sembra che sempre a Tripoli una persona sia morta e altre 25 siano rimaste ferite durante i violenti scontri tra polizia e manifestanti. Intanto il presidente egiziano Mohamed Morsi ha incontrato al Quirinale il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un colloquio in cui entrambi i Paesi hanno rinnovato l’impegno comune per risolvere la delicata situazione in Medio Oriente. Morsi ha chiaramente detto che per l’Egitto gli assalti alle ambasciate “sono assolutamente inaccettabili”. “Abbiamo l’obbligo di difendere missioni diplomatiche e turisti”, ha aggiunto Morsi, sottolineando però che dopo quanto accaduto a causa del film su Maometto “ci aspettiamo che tutti, Usa compresi, siano contro tali tentativi perniciosi di provocazione”.
Questa mattina, però, il Consiglio per il coordinamento dell’attività pubblica islamica ha chiesto a tutti gli iraniani di scendere in piazza dopo la preghiera: “Gli iraniani daranno sfogo alla loro furia per gli elementi sionisti dietro l’atto blasfemo e porteranno al mondo il messaggio di pace, amicizia e fraternità del profeta Maometto”, è stato dichiarato.