Da spietato dittatore in Siria a re del porno in Italia. Sembra una barzelletta, ma è la notizia su Bashar Assad che è stata diffusa da autorevoli giornali mediorientali. Secondo quanto pubblicato in lingua araba, il presidente Assad avrebbe investito 105 milioni di euro per l’acquisto di tre canali italiani a luci rosse con sede a Milano. Un impegno finanziario non trascurabile per entrare in possesso del 60 per cento delle azioni del gruppo “Sex Channels”, che sempre secondo la notizia sarebbe il secondo canale porno più visto nel nostro Paese.



Il sito web in arabo Bladnews.com ha fatto anche sapere che per acquistare le quote di maggioranza del network a luci rosse, nel 2003 una figura di strettissima fiducia di Assad si sarebbe recata personalmente in Italia, per trattare l’affare e salvare contanti alla mano i tre canali porno sull’orlo della bancarotta. Grazie a una spesa da 105 milioni di euro, Assad si sarebbe garantito dei profitti record da 2009 miliardi di dollari, messi al sicuro su conti correnti segreti in Iran e a Cuba. Ma l’aspetto più curioso è che, secondo i media che parlano del caso, a smascherare i loschi affari del dittatore sarebbe stata un’inchiesta esclusiva dell’edizione italiana del fantomatico giornale “News Babris” o “News Bayres”.



Una semplice ricerca su Google è sufficiente però per verificare che nessun sito web in inglese o in italiano riporta la notizia. La redazione del giornale libanese Cedar News, uno dei siti che ha pubblicato la notizia, contattata in lingua inglese da Ilsussidiario.net, si è trincerata dietro un laconico: “Mi scusi, non capisco l’italiano”. Ilsussidiario.net ha contattato il Damascus Media Center, uno dei centri degli attivisti siriani attraverso cui passano le informazioni provenienti dall’Esercito Siriano Libero.

La risposta è stata: “Onestamente dubito che la notizia provenga dai ribelli in Siria, che sono completamente impegnati a cercare di restare vivi e fare sapere al mondo l’orrenda situazione in cui si trova il Paese. Alla luce di tutto quanto sappiamo su Bashar Assad l’accusa di essere in parte il possessore di un network porno è ridicola, se comparata con i crimini che, come possiamo verificare, stanno avvenendo ogni giorno. Bladnews.com (uno dei primi siti a pubblicare la notizia, Ndr) sembra un dominio di news indipendente fondato nel 2011 e che opera fuori dalla Siria”.



La notizia sarebbe quindi una bufala, con i media arabi che hanno fatto ricorso in modo inusuale alla fama del nostro Paese come patria degli scandali politici a sfondo sessuale. Un primato un tempo dell’Inghilterra, che di recente sta facendo di tutto per riconquistarlo grazie alle prodezze di Kate Middleton. Nessun presidente della repubblica però, almeno prima di Assad, si era spinto fino a trasformarsi in re del porno nel pieno di una sanguinosa guerra civile. Anche la disinformazione miete le sue vittime, in un campo e nell’altro, lasciandosi di tanto in tanto andare anche a qualche “invenzione creativa”. Che poteva però quantomeno essere imbastita meglio. L’industria del porno si sa anche in tempi di crisi tira sempre, ed è difficile pensare che dei canali a luci rosse con sede a Milano abbiano mai avuto bisogno dell’intervento di Assad per salvarsi dalla bancarotta.

 

(Pietro Vernizzi)