A seguito della pubblicazione di una serie di vignette satiriche sul profeta Maometto apparse oggi sul settimanale francese Charlie Hebdo, il governo francese ha deciso che venerdì chiuderà per precauzione scuole e ambasciate in una ventina di paesi islamici. Le autorità hanno già inviato forze dell’ordine presso la sede del periodico a Parigi, già oggetto di un attentato poco meno di un anno fa e nel mirino di minacce e intimidazioni nelle ore successive alla pubblicazione. Il governo francese ha anche fatto sapere che vieterà la manifestazione contro il film su Maometto considerato blasfemo che era stata convocata per sabato a Parigi. “Non c’è ragione per far entrare nel nostro Paese conflitti che non hanno niente a che fare con la Francia”, ha detto il primo ministro Jean-Marc Ayrault, il quale ha sottolineato che verranno tollerati eccessi. Lo stesso Ayrault ha poi ricordato che la Francia è un Paese “in cui la libertà di espressione è garantita, compresa quella di caricatura”, facendo sapere che “se ci sono persone che si sentono offese nelle proprie convinzioni e ritengono che siano state violate delle leggi, e noi siamo in uno Stato in cui le leggi vengono fatte rispettare, possono rivolgersi a un tribunale”. Le polemiche però non accennano a diminuire: “Prima il film che ha provocato reazioni violente, ora le vignette su Maometto. Queste cose devono finire”, ha detto il segretario generale della Lega araba, Nabil el Araby, facendo sapere che da circa una settimana è in corso un procedimento per giungere a un accordo internazionale che possa proibire la blasfemia e l’attacco ai simboli religiosi. Dalil Boubakeur, l’imam della più grande moschea di Parigi, invita invece alla calma. Pur ammettendo di aver reagito alla pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto con “stupore e tristezza”, spiegando che la “pubblicazione rischia di aumentare l’oltraggio percepito nel mondo musulmano, dopo il caso del film islamofobo realizzato negli Usa”, ha auspicato che “i fedeli non versino benzina sul fuoco”.
Ha recentemente espresso la propria opinione a riguardo anche il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, secondo cui le proteste nel mondo islamico per il film su Maometto generano “ansia”, denunciando poi “i sensazionalismi irresponsabili da parte di chi utilizza spesso, a proprio vantaggio, anche nel mondo occidentale, queste grandi sensibilità che devono essere rispettate”. “Le religioni sono una cosa fondamentale, importante per la coscienza di molti miliardi di individui e nessuno deve permettersi di dileggiarle o di scherzare su questi valori”, ha aggiunto Terzi.