E’ un massacro, qualunque sia il computo finale delle vittime. Alcune fonti parlano di 150 morti, altre di 60, comunque tutti numeri altissimi. Alcuni velivoli appartenenti alle forze militari fedeli al regime di Assad hanno bombardato oggi una pompa di benzina nella provincia del nord della Siria, al-Raqqa. Nel dettaglio, la città dove si trova la stazione di servizio distrutta è quella di Ain Kissa. Il bombardamento, secondo fonti dei ribelli, è stato voluto: alcuni elicotteri militari avrebbero gettato barili di esplosivo sulla stazione di servizio appositamente, per farla esplodere. Un metodo, aggiungono, già usato in altre occasioni dalle forze armate di Assad. Le conseguenze ovviamente sono state disastrose: tra i 60 e i 150 morti e circa 80 feriti. Al momento dell’attacco degli elicotteri secondo i testimoni c’erano molte persone all’interno dell’area di servizio. L’esplosione è stata devastante. Guerra dunque senza ormai più confini, di massacro in massacro. La televisione di Stato intanto ha ammesso che un elicottero militare è precipitato alla periferia di Damasco, senza chiarire però se sia stato abbattuto dai ribelli. Circa cento militanti afgani invece sono stati uccisi dall’esercito nella provincia di Aleppo: si tratta di volontari giunti dall’Afghanistan per sostenere le forze ribelli. Nelle ultime ore si è fatto notare un intervento dell’ambasciatore siriano all’ONU che ha contestato il rapporto delle Nazioni Unite sulla Siria i cui si criticava il regime di Assad per i molti massacri e le violenze che hanno coinvolto negli ultimi mesi dei bambini. Per l’ambasciatore siriano si tratta di propaganda ostile mentre responsabili di violenze sui bambini sono i ribelli che avrebbero distrutto 2600 tra scuole e asili. Si è poi fatto vivo un portavoce del governo iracheno per negare un rapporto dei servizi segreti di alcuni paesi occidentali secondo il quale l’Iran ha utilizzato scali aerei in Iraq per inviare in Siria armi e volontari a difesa del regime di Assad. Il presidente del Parlamento iraniano ha invece fatto sapere che il suo Paese sta aprendo una forma di dialogo con rappresentanti dei Fratelli musulmani siriani per trovare un possiible accordo di cessate il fuoco. 



E’ in corso oggi una riunione di diversi diplomatici di sessanta Paesi presso la capitale olandese. Si discutono nuove sanzioni economiche contro la Siria.

 

 

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