Vertice di maggioranza ieri ad Atene fra i leader dei partiti che guidano la coalizione di governo: conservatori, socialisti e sinistra democratica. Un summit convocato per discutere nuove misure per far fronte alla richiesta di 11,5 miliardi di euro da parte della troika (Fmi, Ue e Bce) per ottenere la seconda parte degli aiuti, 31,5 miliardi. Mancano infatti, dal piano di austerità dell’esecutivo ellenico, 2 miliardi di euro per far fronte alla richiesta. Per Dimitri Deliolanes, corrispondente dall’Italia della radio TV pubblica greca ERT, contattato da ilsussidiario.net, “il governo pensa di poter effettuare dei risparmi equivalenti alla somma richiesta senza dover effettuare nuove misure socialmente pesanti in termini di tagli”. Si tratta di una possibilità, spiega Deliolanes, che tutte le forze al governo pensano sia possibile per evitare alla popolazione nuovi disagi. In ballo poi l’incontro di oggi tra il premier greco Samaras e quello italiano Monti: “Ci sono punti importanti da discutere, ad esempio il fatto che il cambiamento in atto nella politica economica europea non si traduce allo stesso modo negli atteggiamenti della troika che continua a comportarsi con la stessa durezza di sempre nei confronti della Grecia”.
Quello di ieri è stato un vertice di maggioranza convocato piuttosto di urgenza. Come mai?
C’era da discutere una serie di proposte che vengono da tutti i gruppi di maggioranza, socialisti, conservatori e socialisti democratici. La proposta fondamentale è quella di poter risparmiare una somma equivalente a quella che la Grecia deve rimborsare alla troika senza dover ricorrere a nuove misure socialmente pesanti. Ma la troika non sembra al momento accettare questo tipo di misura alternativa, non c’è la fiducia che la Grecia possa raggiungere gli 11,5 miliardi di euro richiesti.
E oggi Samaras incontra Monti.
Sì, un incontro che prevede anche il meeting dei presidenti del consiglio dell’internazionale democristiana a cui parteciperà Samaras, così come l’incontro con il Pontefice sabato mattina.
Una visita dunque ai massimi livelli: cosa si discuterà principalmente secondo lei?
E’ il secondo incontro tra Samaras e Monti, ma il primo da quando è capo del governo greco. Un incontro che serve per sostenere lo sforzo di far riacquistare alla Grecia credibilità agli occhi dei partner europei e far rilevare una particolarità che pesa tantissimo nell’azione del governo greco.
Quale?
Mentre i vincoli economici europei stanno lentamente cambiando (un cambiamento lento se vogliamo, ma c’è), la stessa cosa non succede con la troika.
In che senso?
La stessa Merkel sembra negli ultimi tempi molto più disponibile a discutere cosa che invece qualche tempo fa non prendeva neppure in considerazione. Questo cambiamento non si traduce però in una modifica di comportamento della troika, che sta conducendo le trattative con il governo greco. Il braccio esecutivo dell’Unione europea continua cioè a seguire la vecchia politica.
Non viene concessa alcuna facilitazione, intende dire?
E’ la politica detta della svalutazione interna della Grecia, quella che prevede i licenziamenti, le svendite di proprietà pubbliche e cose del genere. Questo fatto sarà argomento di discussione con Monti perché è un problema politico e va affrontato a livello di eurogruppo e anche di vertice europeo quando si terrà a ottobre.
Lei pensa che Monti farà sua questa richiesta?
Io credo che i Paesi del Sud Europa dovrebbero far capire agli altri partner che c’è una scarsa armonia fra quello che si decide a livello politico e quello invece che si fa sul piano esecutivo.
Discuteranno di altri argomenti decisivi?
Un altro argomento importante che riguarda da vicino l’Italia è quello del pericolo che la Grecia ha di dover affrontare una nuova ondata di profughi dalla Siria. Già ci sono state le avvisaglie nelle isole dell’Egeo di centinaia di profughi che sono arrivati dalla Siria attraverso la Turchia. Samaras vorrebbe coordinare con Monti una iniziativa livello europeo affinché questa accordo, quello di Dublino, che ha obbligato anche l’Italia ad accogliere i rifugiati politici, venga ridiscusso. C’è una iniziativa anche della presidenza cipriota di unificare i criteri europei ai richiedenti asilo. Sono iniziative che interessano tanto la Grecia quanto l’Italia.
E’ vero che in alcune zone della Grecia come l’Attica i farmacisti rifiutano di dare le medicine ai cittadini perché lo Stato non paga loro i debiti contratti?
Non solo in Attica, ma anche a Salonicco e in altre zone alcune federazioni di farmacisti con cui lo Stato ha debiti parecchio pesanti si rifiutano di dare medicinali agli assistiti dell’Ente nazionale per la prestazione dei servizi sanitari. Altre federazioni continuano a dar medicine a credito, ma sicuramente è una situazione che sta creando forte disagio nella popolazione.