Sembra essere tornata la calma ad Atene dopo i violenti scontri di stamane. Ancora una volta un corteo di 30mila persone (15mila per la polizia) ha cercato di raggiungere piazza Syntagma, sede del parlamento ellenico. I manifestanti hanno lanciato contro il cordone di agenti a protezione dell’edificio bottiglie molotov. La reazione della polizia non si è fatta attendere e ha risposto con un massiccio lancio di gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere la folla. Giovani incappucciati hanno distrutto con mazze da baseball vetrine di negozi e banche nel centro storico della capitale. Dietro al parlamento sono stati dati alle fiamme alcuni alberi e un gazebo all’interno di un parco. Un gruppetto di facinorosi ha tentato l’assalto di alcuni hotel di lusso, protetti da cordoni di agenti in tenuta anti-sommossa. Ancora una volta Atene, Salonicco e molte altre grandi città del Paese sono state invase da manifestanti che protestavano contro le misure di austerità dell’esecutivo del premier Antonia Samaras. Le proteste sono state organizzate dai sindacati del Paese, Gsee e Adedy, e hanno aderito impiegati statali, i lavoratori dell’erario e delle dogane, i lavoratori delle Autonomie locali, i liberi professionisti e i commercianti. Pesanti disagi si sono registrati all’aeroporto e nelle principali stazioni ferroviarie.
E proprio nel giorno in cui è stato indetto uno sciopero generale che sta paralizzando il Paese, arriva la notizia secondo cui Samaras dovrebbe presentare il piano dei tagli agli altri due leader della coalizione di governo, il socialista Evangelos Venizelos e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica. L’incontro fra i leader dei tre partiti dovrebbe tenersi domattina. Il nuovo piano di tagli da 11 miliardi e mezzo di euro, messo a punto dal Governo dovrebbe servire per ottenere una nuova tranche di aiuti dalla troika, rappresentanti di Banca centrale europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea. Il nuovo pacchetto prevede infatti nuovi tagli alle pensioni, dove il limite d’età verrà alzato da 65 a 67 anni, e agli stipendi dei dipendenti pubblici e una stretta su fiscale sui lavoratori autonomi.
Sembra, dalle prime indiscrezioni, che non siano previsti per ora nuovi licenziamenti. Il voto del Parlamento è fondamentale per sbloccare la tranche di aiuti da 31 miliardi e mezzo, in arrivo dall’Unione Europea, che serviranno ad appianare i debiti contratti dalle banche elleniche.