Barack Obama ha tenuto il suo ultimo discorso alle Nazioni Unite nelle vesti di Presidente degli Stati Uniti, ovviamente se non verrà rieletto. In tale occasione ha toccato i temi caldi delle ultime settimane, cominciando da quell’odio che si è manifestato con gli attacchi alle ambasciate occidentali e di cui Obama ha chiesto se ne capiscano finalmente le ragioni, altrimenti potrà travolgere occidente e Islam. Ha poi parlato di “attacco ai valori comuni” da parte di questo odio islamico fondamentalista, frase che ha suscitato le più diverse interpretazioni. Valori comuni delle Nazioni Unite, valori comuni dell’occidente? O valori comuni degli Stati Uniti? Massimo Introvigne contattato da Ilsussidiario.net conferma questa poca chiarezza di espressione, ma ci tiene a precisare quale sia comunque la nozione di valori comuni che ha il Presidente americano: “Esistono senz’altro dei valori comuni a tutte le religioni così come all’ateismo, sono quei valori a cui l’uomo può arrivare sulla base della ragione umana. E’ quella nozione del diritto naturale a cui il Papa ha richiamato anche adesso in Libano”. Però, spiega Introvigne, “Obama non crede al diritto naturale negandolo in materie come l’aborto o la famiglia. La sua rimane una evocazione meramente romantica e sentimentale che non avrà alcuna conseguenza pratica”. In tal modo, dice, “l’idea di diritto naturale fondato sulla ragione umana è totalmente assente in Obama, l’idea di una natura umana che determini  termini importanti  come la vita e la famiglia. Diventa quindi difficile andare a capire dove fondare questi valori comuni. Obama sembra andarli a fondare sulla scienza comparata delle varie religioni, nei valori comuni delle rispettive teologie anziché nella ragione e questo come ci insegna il Papa è molto difficile”.



Obama sottolinea l’attacco in corso da parte dell’Islam ai valori comuni. Che ne pensa?

In realtà, ho letto diverse agenzie americane in merito a quanto detto dal Presidente degli Stati Uniti: alcune agenzie parlano di valori ideali, altre di ideali, altre ancora di ideali degli Usa. Però vorrei sviluppare questo ragionamento in due passaggi.



Ci dica.

Il primo è che indubbiamente esistono dei valori comuni all’Islam, al cristianesimo e anche all’ateismo o al buddismo e sono quei valori a cui l’uomo può arrivare sulla base della ragione umana. 

La ragione umana comune per ogni singolo uomo?

Sì, la ragione umana è comune, non è né atea né buddista, né cattolica o musulmana. Il secondo passaggio è che questa dottrina, secondo cui esistono dei valori nella natura stessa dell’uomo che la ragione può riconoscere, è precisamente la dottrina della legge naturale o del diritto naturale. E’ quanto il Papa ci ricorda continuamente, ad esempio anche adesso in Libano rivolgendosi ai musulmani. Ma questa idea di legge naturale è qualcosa che Obama e il suo partito di solito negano in materie come l’aborto o la famiglia o il matrimonio gay.



Dunque questi valori comuni esistono o no?

La risposta è sì esistono valori comuni, però non li troveremo mai sulla base della religione ma sulla base della ragione. Per identificare questi valori comuni abbiamo bisogno di una chiara nozione di diritto naturale e purtroppo Obama e i suoi consiglieri non credono nel diritto naturale. Superficialmente, può sembrare che sia il Papa che Obama facciano riferimento a valori comuni per cristiani e musulmani, che dicano la stessa cosa. 

Invece cosa dice il Papa?

 

Il Papa invece precisa  che questi valori non derivano da un ipotetico fondo comune delle religioni, ma derivano dalla ragione umana.

 

Una differenza sostanziale.

 

E’ la nozione di diritto naturale che il Papa  ha richiamato in Libano e che ebbe già modo di dire in altre occasioni. Siccome Obama però non crede al diritto naturale a differenza del Papa, la sua rimane una evocazione meramente romantica e sentimentale, che non avrà alcuna conseguenza pratica. 

 

Obama ha anche detto che è necessario capire le ragioni dell’odio islamico. Siccome si tende sempre e lo ha detto anche Obama a parlare di minoranza fondamentalista, cosa è oggi secondo lei realmente l’Islam?

 

 

E’ chiaro che sono necessarie delle analisi molto più sofisticate di quelle che anche un Presidente degli Stati Uniti può fare durante un discorso pubblico. Su questo punto non gli butterei la croce addosso. Ci sono dei problemi inerenti al rapporto tra fede e ragione che rappresentano dei nodi irrisolti all’interno di tutta la storia dell’Islam.

 

Benedetto XVI ne parlò anni fa e venne attaccato.

 

Sono infatti quei nodi di cui il Papa ebbe modo di riferirci nel discorso di Ratisbona nel 2006. Poi certamente non tutti i musulmani sono fondamentalisti e quindi sono necessarie analisi delle diverse anime dell’Islam, per mettere in evidenza lo specifico dell’anima fondamentalista che ha un particolare rifiuto dell’occidente. E poi occorre fare un passaggio dicendo che non tutti  i fondamentalisti sono terroristi. Si parla di qualcosa come 150 milioni di persone e non sono 150 milioni di terroristi. Quindi è necessario analizzare le varie componenti all’interno del fondamentalismo, per vedere quali sono le specificità di quel mondo che io preferisco chiamare ultra fondamentalista e che è terreno di coltura dei terroristi.

 

L’analisi che fa lei difficilmente si sente fare da politici o pensatori occidentali.

E’ necessaria una analisi più sofisticata di quanto si tende a fare. Ci sono problemi irrisolti tra fede e ragione però non appartengono solo ai musulmani fondamentalisti, questi problemi ce li hanno anche quelli che non sono fondamentalisti. Ci vogliono strumenti di esame più sofisticati rispetto a quelli irrealisti del tipo: i musulmani sono buoni e animati dal desiderio della pace, tranne un piccolo manipolo di fanatici. Questa è una analisi ideologica, di cui posso capire la convenienza diplomatica, ma è una analisi sbagliata. Ugualmente sbagliata l’analisi di ostilità per cui tutti gli islamici sono terroristi e tireranno bombe ben presto. In mezzo c’è la necessità di capire più di un miliardo di persone con diversità di tipo storico, locale e così via.

 

Obama sembra essere su quella strada che non analizza a fondo la realtà islamica.

 

La questione è indubbiamente complessa. Certamente Obama sin dall’inizio, con il discorso del Cairo, ha cercato di dare una immagine diversa da quella di Bush con un accostamento irrealista ai musulmani, un discorso ideologico più o meno falsamente ingenuo. In quel discorso si notò una specie di consonanza di accenti fra Obama e il Papa sul tema dei valori comuni e sul tema delle religioni, dimenticando che questi valori comuni hanno senso se hanno fondamento. Per il Papa questo fondamento, lo ha sempre detto con chiarezza, sta nella nozione di diritto naturale. Questa nozione era invece  totalmente assente dal discorso di Obama.

(Paolo Vites) 

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