I predicatori di odio e i fondamentalisti islamici verranno cacciati con intransigenza dalla Francia. Il ministro dell’Interno Manuel Valls lo ha dichiarato a Strasburgo, in occasione dell’inaugurazione della Grande Moschea, dotata della più ampia sala di preghiera musulmana del Paese. Dopo i disordini seguiti all’uscita del film Innocence of Muslims, condannato con violenza dal mondo musulmano, il ministro transalpino ha annunciato che non esiterà a “far espellere coloro che si dichiarano dell’islam e rappresentano una minaccia grave per l’ordine pubblico” e che non rispettano la “legge e i valori” della Repubblica francese. Tale dichiarazione avviene inoltre pochi giorni dopo le rivelazione di Libération, secondo cui il governo francese avrebbe accettato l’istituzione di un fondo speciale del Qatar volto alla riqualificazione delle banlieue delle maggiori città francesi. Un’operazione controversa che porterebbe il ricco emirato affacciato sul Golfo persico ad avere tantissime proprietà in Francia, dal Paris Saint-Germain fino ai lussuosi alberghi di Parigi e della Costa azzurra. A Magdi Cristiano Allam, eurodeputato e presidente del movimento politico “Io amo l’Italia”, IlSussidiario.net ha chiesto un commento su ciò che sta avvenendo in Francia.
Come giudica le parole del ministro dell’Interno francese?
Mi sembra ovvia la necessità di sanzionare coloro che assumono atteggiamenti violenti e che perseguono il terrorismo. Proprio per questo un’affermazione del genere appare fin troppo scontata.
Come possono essere spiegate allora queste parole?
Il fatto che il ministro francese sia intervenuto proprio nel corso dell’inaugurazione della Grande Moschea di Strasburgo ha un significato che evidentemente sgugge a molti: se, come è ovvio, non tutti i musulmani sono dei terroristi, è però vero che tutti i terroristi hanno ricevuto il lavaggio del cervello all’interno delle moschee. Questi luoghi sono di per sé una realtà problematica proprio perché la problematicità è insita nell’islam, in quello che è scritto nel Corano e in quello che ha detto e ha fatto Maometto.
Cosa dovrebbe fare dunque l’Europa?
In Europa, nell’assoluto rispetto di tutti i musulmani che, come qualsiasi altra persona, godono di quei diritti e di quei doveri che valgono indistintamente per tutti, dobbiamo avere il coraggio di dire una volta per tutte che l’islam non è affatto una religione pari all’ebraismo e al cristianesimo, oppure che Gesù Cristo e Maometto sono la stessa cosa. Fin quando non avremo la consapevolezza di questa verità e il coraggio di affermarla in libertà, continueremo a prenderci in giro.
Cosa pensa invece del fondo speciale del Qatar per le banlieue francesi?
Siamo di fronte alla svendita della nostra sovranità. E’ indubbio che le banlieue parigine rappresentino realtà degradate e in parte islamizzate: basti pensare che persino molte ragazze francesi non musulmane preferiscono, nel tratto che va dalla propria abitazione alla metropolitana, indossare il velo pur di non avere problemi con gli islamici. Il fatto che la Francia abbia accolto la disponibilità del Qatar a investire una cifra stimata in cento milioni di euro per la riqualificazione di aree popolate da musulmani rappresenta una reale abdicazione della nostra sovranità e una implicita ammissione che ogni valore è secondari rispetto al denaro. E’ un pessimo segno di questa Europa relativista e materialista che idolatra la moneta e che al tempo stesso è oramai è andata oltre l’essere islamicamente corretta. E’ un’Europa che, di fatto, è pronta a farsi sottomettere dall’Islam.
Come potrebbe cambiare la Francia nel caso in cui questa riqualificazione avvenisse davvero?
Indubbiamente avremmo un territorio francese totalmente islamizzato che obbedirà alle direttive di una realtà che non è soltanto, in quanto islamica, lontana dai nostri valori, ma che sarà addirittura esterna alla Francia, straniera. A mio giudizio è una vera follia, ma evidentemente dobbiamo cominciare ad aprire gli occhi.
Cosa intende?
Intendo dire che in ambiti diversi, come quello strettamente finanziario ed economico, assistiamo già a forme di colonizzazione islamica che ci impongono delle scelte che vanno a ledere i nostri diritti fondamentali. Forse questo atto, questa presenza così palese in un ambito pubblico come quello della ricostruzione dei quartieri, ci costringerà ad aprire maggiormente gli occhi.
(Claudio Perlini)