Puntuali come quasi ogni domenica, i fondamentalisti islamici del Kenya hanno colpito ancora. Questa volta però la bomba è esplosa nella capitale Nairobi e non in una delle città del nord del Paese, dove la maggioranza della popolazione è islamica. Segno questo di un aumento della tensione e dell’attività terroristica estesa a tutta la nazione e segno anche della sempre scarsa protezione da parte delle autorità nei confronti della popolazione cristiana. L’attentato di oggi è avvenuto nella chiesa di San Policarpo dove si stava svolgendo una celebrazione liturgica per gli studenti delle scuole. A morire infatti è stato un ragazzino di cui al momento non si conosce l’età mentre altri tre ragazzi sono rimasti feriti. Non è stato un attentato kamikaze: qualcuno ha lanciato una bomba a mano all’interno della chiesa, segno di totale mancanza di protezione dell’edifico. Il terrorista ha infatti potuto agire del tutto indisturbato, avvicinarsi all’ingresso e lanciare l’ordigno esplosivo. Secondo le ultime notizie provenienti dal Kenya i feriti potrebbero comunque essere più di tre. Il capo della polizia di Nairobi ha detto che confermano la morte del bambino per le ferite riportate mentre altre persone sono rimaste ferite nella calca provocata dal tentativo di fuga delle persone terrorizzate dall’esplosione. Il Kenya ormai da molto tempo è sottoposto all’offensiva dei fondamentalisti islamici del nord che fanno capo ad Al Qaeda. Il loro folle piano è quello di costringere tutta la popolazione cristiana del nord del Kenya a lasciare queste regioni per imporre la legge islamica. I morti negli attentati a chiese cristiane durante la messa domenicale sono ormai centinaia e le autorità poco o nulla fanno per prevenire questa situazione. Il Kenya come si sa è un paese a regime federalista in cui gli stati del nord sono a maggioranza islamica ma comunque con una radicata e numerosa presenza di cristiani, mentre negli stati del sud, quelli che godono anche di un maggior benessere economico rispetto a quelli del nord, la maggioranza della popolazione è cristiana, cattolica e appartenente a varie chiese protestanti.
Come hanno testimoniato spesso molti esperti della situazione, dietro la mano di Al Qaeda in Africa ci sono i soldi dell’Arabia Saudita che sostiene un piano di islamizzazione forzata del continente.