Incidente in una centrale nucleare in Alsazia, a Fassenheim, in territorio francese, a sud di Strasburgo, a una manciata di chilometri dal confine con la Germania, e una cinquantina a nord di Basilea in Svizzera. Accertati per ora due feriti lievi. Si attendono dettagli. Scongiurati ulteriori pericoli, l’allarme è rientrato subito. Le fonti delle indiscrezioni finora trapelate sono la prefettura locale e i vigili del fuoco intervenuti sul luogo. A causare l’incidente sarebbe stato un componente chimico maneggiato da due addetti che si sono ustionati attraverso i guanti.
«Non è stato un incendio, c’è stata una fuga di vapore di acqua ossigenata prodotta dopo che in un serbatoio è stato iniettato perossido di idrogeno che ha reagito con l’acqua», ha spiegato la prefettura. L’Edf che controlla l’impianto, ha parlato di due soli feriti lievi che si sarebbero bruciati le mani attraverso i guanti. In un primo momento i vigili del fuoco dell’Altoreno avevano parlato di vittime ma la voce poi non ha incontrato nessuna conferma.
L’impianto nucleare di Fassenheim, con due reattori, è la più vecchia centrale nucleare operativa in Francia (è stata avviata nel 1977) e il presidente Francois Hollande, durante la campagna elettorale, aveva promesso che sarebbe stata chiusu entro il 2017.
Non più di tre settimane fa è stato allarme per delle crepe nei reattori belgi di Doel e Tihange vicino a Liegi. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale De Morgen, si tratta di crepe che esistono dal 1979, quando i reattori entrarono in funzione e di cui le autorità preposte al controllo erano al corrente. Anche se i reattori Doel 3 e Tihange 2 sono chiusi, nulla toglie che la popolazione è in allarme per i rischi. Oltretutto i reattori belgi erano nell’elenco dei 9 che la Commissione Ue aveva raccomandato di controllare a inizio agosto.
Sono 433 le centrali nucleari in attività a livello mondiale, 69 sono in costruzione, 160 pianificate. Sono invece 329 quelle proposte per la realizzazione. Il dato, aggiornato al mese di giugno, è stato fornito, ai Seminari internazionali di Erice (Trapani) sulle emergenze planetarie, da Lady Barbara Thomas Judge, presidente emerito dell’Atomic energy autority (Aea) del Regno Unito.
La Francia è seconda per numero di impianti con 58 dietro agli Usa (104 impianti) e seguita da Giappone (50), Russia (33), Corea del Sud (23) e India (20).