Da alcuni giorni è guerra aperta nel Mali, lo stato del centro Africa dove è in corso da tempo una guerra civile tra fondamentalisti islamici legati ad Al Qaeda e le autorità che reggono il paese. I primi hanno ormai conquistato il nord del paese dove hanno instaurato il loro governo e cercano di conquistare anche il sud. E’ dallo scorso giugno che il Mali è alle prese con la guerra civile, da quando il premier Cheick Modibo Diarra è stato arrestato e obbligato alle dimissioni sostituito da Django Sissoko che ha costituito un governo di coalizione con la presenza di rappresentanti del nord del Mali. E’ così intervenuta militarmente la Francia, di cui il Mali un tempo era colonia, con pesanti bombardamenti aerei nella zona dominata dai fondamentalisti. I bombardamenti secondo quanto comunicato dal presidente francese avrebbero fermato l’avanzata islamica verso il sud del paese mentre anche il Regno Unito ha dichiarato di voler sostenere gli sforzi francesi contro gli jihadisti. Di parere contrario la Germania che chiede una soluzione diplomatica della crisi e anche l’Egitto che ha chiesto di interrompere l’intervento militare. Sono presenti poi con truppe che sostengono il governo anche militari della Nigeria e del Senegal. In questo quadro i fondamentalisti islamici hanno minacciato di colpire la Francia nel suo territorio come ritorsione per gli attacchi. Lo ha detto parlando con l’agenzia francese France Press un portavoce del Mujao, il movimento unitario per la Jihad, Abou Dardar. C’è poi il problema di alcuni cittadini francesi tenuti in ostaggio dagli islamici, il motivo ufficiale dell’intervento francese: si tratta di quattro ingegneri rapiti nel settembre 2010. Nel novembre 2011 poi ne sono stati rapiti altri due. Nella capitale del Mali, Bamako, vivono ben seimila cittadini francesi. A loro difesa già prima di questa offensiva militare, erano presenti per la loro protezione truppe francesi nella capitale. Tornando alla situazione militare, gli islamici dopo i pesanti bombardamenti aerei francesi hanno dovuto abbandonare la città di Gao, considerata un importante roccaforte degli jihadisti. Nelle prossime ore è previsto l’arrivo di una forza multinazionale africana composta da soldati del Niger, del Burkina Faso, del Senegal e del Togo che manderanno cinquecento uomini ciascuno. Seicento soldati è l’impegno della Nigeria, trecento quello del piccolo Benin.
Hollande da parte sua sottolinea con soddisfazione i risultati dell’intervento francese nel Mali e al momento non ha nessuna intenzione di interrompere l’offensiva anche se si registrano già diverse vittime tra civili comprese donne e bambini.