Raja Pervez Ashraf, primo ministro del Pakistan, ha subito un ordine di arresto da parte della Corte suprema del suo Paese. Si tratta del caso noto come Rental Power Case e insieme a lui è stato chiesto l’arresto di altre sedici persone. L’accusa è quella di corruzione relativa alla concessione di lavoro a una compagnia turca che si occupa di produzione di energia elettrica. Secondo le accuse il primo ministro e gli altri sospetti avrebbero ricevuto tangenti: all’epoca dei fatti il primo ministro era ministro dell’acqua e dell’energia. La notizia ha provocato la reazione festosa di migliaia di manifestanti radunati nella capitale pachistana da parte di un leader religioso da poco rientrato dal Canada, Tahir-Ul Qadri, che chiede lo scioglimento del Parlamento il cui mandato scadrà il prossimo marzo. Da parte del leader religioso la richiesta di una rivoluzione pacifica che metta fine ala corruzione di cui sarebbe colpevole l’attuale intero governo pachistano e l’immediato scioglimento delle Camere. La manifestazione però è stata severamente repressa da parte delle forze dell’ordine che hanno sparato proiettili in aria e lanciato lacrimogeni contro la folla che era arrivata in prossimità del parlamento. I manifestanti hanno risposto con lancio di pietre mentre le forze dell’ordine cercavano di arrestare il leader religioso che sarebbe riuscito a sfuggire alla polizia. Diversi manifestanti risultano feriti. Tornando alla sentenza della Corte suprema, si chiede l’arresto del primo ministro entro le prossime ventiquattro ore: domani è intanto prevista una nuova udienza sul caso. Le tangenti intascate dai vari personaggi coinvolti ammonterebbero a svariati milioni di dollari. Intanto il clima di tensione a Islamabad è sempre alto, l’intera capitale è blindata dalle forze dell’ordine e la situazione potrebbe esplodere visto anche il clima che si vive da anni nel paese, con contrasti fra sunniti e sciiti, la presenza di Al Qaeda in diverse zone del paese e di molti leader talebani che da sempre in Pakistan trovano nascondiglio e appoggio. Il tutto in un paese che dispone di testate nucleari e che vive una situazione di conflitto permanente con la vicina India per il possesso della regione del Kashmir.
Qualche mese fa uguali sospetti di corruzione si erano rovesciati sul presidente pakistano, Asif Ali Zardari. La Corte suprema viene a sua volta sospettata di voler rovesciare l’attuale sistema politico che regge il paese.