Sarà un tribunale speciale a decidere la sorte dei due militari italiani detenuti in India ormai da molti mesi, in seguito all’incidente in cui furono uccisi per errore alcuni pescatori indiani ritenuti pirati in procinto di attaccare la petroliera difesa dai marò italiani. La Corte suprema si è riunita alcune ore fa per decidere in quale sede si sarebbe dovuto tenere il processo a loro carico, c’era anche la possibilità che la giurisdizione venisse trasferita nel nostro paese, in realtà una possibilità alquanto remota. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone invece saranno processati a Nuova Delhi ma a prendersi carico del loro caso sarà un tribunale speciale istituito appositamente e non quello  normale. Questa decisione è stata accolta con soddisfazione dalla difesa dei due militari: era evidente che i giudici che fino a oggi avevano seguito il caso erano fortemente influenzati da una parte dell’opinione publicca indiana che aveva reso il caso una quesitone politica interna tra fazioni opposte e non c’era la possibilità di un giudizio sereno. Lo stato del Kerala che fino a oggi si è occupato del caso non avrà dunque alcuna giurisdizione sul caso mentre, altro particolare importantissimo, la Corte suprema ha riconosciuto come l’Italia aveva sempre dichiarato, che l’incidente si è tenuto in acque internazionali, anche se i due marò non godevano di immunità sovrana: se così fosse stato infatti la giurisdizione del caso sarebbe andata direttamente al nostro paese. I due soldati nelle prossime ore si trasferiranno nella capitale indiana per seguire il processo a loro carico e avranno diritto anche a completa libertà di movimento per tutta l’India non dovendo più rispettare il fermo che lo stato del Kerala aveva imposto loro. Queste decisioni prese dalla Corte suprema indiana fanno ben sperare per un positivo andamento del processo a carico dei due soldati italiani. Come si sa, i due erano di servizio su una petroliera italiana: le acque dell’oceano indiano sono infatti infestate dai pirati che spesso attaccano navi commerciali prendendone possesso per poi chiedere forti riscatti. Per questo motivo è stato dato permesso a queste imbarcazioni di ospitare militari in servizio di protezione autorizzati ad aprire il fuoco contro chi li attacca. 



Il caso che vede coinvolti i due marò è alqianto complicato: i due per errore avrebbero sparato a dei pescatori indiani, anche se la tesi della difesa è che i colpi di arma da fioco dei militari in realtà non raggiunsero mai le imbarcazioni.

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