Serghei Filin, 43 anni, direttore artistico del balletto al Bolshoi di Mosca, è stato aggredito da due sconosciuti, di cui uno mascherato, che gli hanno spruzzato dell’acido procurandogli ustioni di terzo grado al volto e agli occhi. A renderlo noto è stata Katerina Novikova, capo ufficio stampa dello storico teatro. L’aggressione è avvenuta ieri sera, a Mosca, mentre Filin stava rincasando da un ricevimento in occasione dei 150 della nascita del regista e teorico teatrale Stanislavski. La stessa Novikova ha fatto sapere che da tempo Filin era oggetto di “minacce costanti” per motivi lavorativi: sembra infatti che tutto sia iniziato quando, nel marzo 2011, Filin ha ottenuto l’incarico al teatro Bolshoi: “Aveva avuto litigi coi suoi predecessori – ha raccontato la donna durante un’intervista alla tv Primo – ma non avremmo mai pensato che una guerra di ruoli, e non una per il controllo di proprietà immobiliari o per il petrolio, potesse arrivare fino a questo livello criminale”. Il direttore artistico, infatti, da tempo doveva fare i conti con azioni di sabotaggio, gomme dell’auto bucate e telefonate minatorie. Recentemente, oltre a un attacco alla sua pagina Facebook, avevano anche diffuso informazioni per tentare di screditarlo. E’ stato anche lo stesso Filin, dal suo letto di ospedale, a confermare al canale russo Ren-Tv di aver ricevuto minacce e intimidazioni fino a pochi giorni prima dell’aggressione. “Ho pensato mi volesse sparare”, ha detto riferendosi all’assalitore. Adesso Filin, che secondo i medici ne avrà per sei mesi, dovrà essere trasferito in Belgio dove verrà ricoverato in una clinica specializzata in ustioni. Intanto, mentre i medici tenteranno di salvargli la vista, la polizia ha aperto un’indagine per dolo alla salute di una persona, reato che in Russia prevede fino a otto anni di reclusione. L’aggressione al direttore artistico del balletto Bolshoi a Mosca è stata fortemente condannata dal viceministro della Cultura russo, Andrei Busighin, secondo cui quanto accaduto rappresenta un attentato contro “tutta la cultura nazionale”.
Sembra comunque che atti intimidatori fossero all’ordine del giorno al Bolshoi: anche la prima ballerina Galina Ulanova avrebbe dovuto fare i conti con vetri rotti posti all’interno delle scarpette e numerose lettere minatorie.