L’impianto di estrazione del gas che pochi giorni fa era stato occupato da milizie di fondamentalisti islamici vicini ad Al Qaeda è stato finalmente liberato. A un prezzo carissimo però. Oltre i morti dei precedenti attacchi, altri ostaggi sono rimasti uccisi anche oggi. Una operazione, quella dell’esercito algerino, che è stata fortemente criticata da paesi come Inghilterra e Stati Uniti per il modo con cui è stata condotta. Nel blitz finale di oggi sono rimasti uccisi altri sette ostaggi insieme a undici dei sequestratori. Secondo i media algerini i sette ostaggi morti oggi sarebbero stati uccisi dai sequestratori, ma è tutto da verificare. Sempre secondo i media l’esercito avrebbe sferrato l’attacco definitivo solo dopo la notizia che i terroristi stavano uccidendo gli ostaggi. I terroristi poi stavano preparandosi a un suicidio collettivo ma sono stati eliminati dai soldati. L’intero impianto è stato minato dagli islamici e adesso si procederà alla sua bonifica. Intanto il ministero della difesa inglese conferma la fine dell’occupazione e la liberazione dell’impianto, facendo altresì sapere che al momento risultano dispersi quattro lavoratori di nazionalità inglese. Un altro lavoratore inglese era invece morto nei giorni scorsi. C’è anche qualche buona notizia in questa carneficina: sedici ostaggi sono stati ritrovati vivi nascosti nei macchinari degli impianti di estrazione dove si erano nascosti sin dal primo giorno. E’ tutto da verificare dunque il bilancio di quattro giorni di terrore nel deserto algerino: solo nella prima giornata di attacco erano rimasti uccisi dodici ostaggi e altri sono morti in seguito. La cifra definitiva potrebbe superare quella di cinquanta lavoratori morti. Ieri sera intanto era intervenuto sul caso il consiglio di sicurezza delle Nazioni unite con una condanna severa di quello che è stato definito un attacco feroce da parte dei terroristi. E’ stato chiesto che ci sia adesso una cooperazione con le autorità algerine per combattere il terrorismo e allo stesso tempo è stato chiesto a tali autorità di rispettare le leggi internazionali in futuri possibili analoghi episodi, rispettando i diritti dell’uomo e quelli dei rifugiati. L’Algeria è stata infatti duramente criticata dai principali paesi occidentali per non aver avvertito dell’intenzione di attaccare quando ancora gli ostaggi si trovavano all’interno del campo di gas.
L’attenzione internazionale adesso torna a un’altra drammatica crisi, quella del vicino Mali dove l’esercito francese sta intervenendo per fermare l’avanzata dei fondamentalisti islamici manovrati da Al Qaeda, una situazione difficile da risolvere in tempo brevi e con poche vittime.