Sono circa 800 mila persone le persone attese oggi a Washington per la cerimonia di insediamento di Barack Obama che si svolgerà davanti al Campidoglio statunitense (United States Capitol). Il secondo mandato del presidente americano è ufficialmente iniziato: con una breve cerimonia, infatti, celebrata in forma privata nella Blue Room, Obama ha prestato giuramento davanti al giudice della Corte Suprema, John Roberts, accompagnato dalla moglie Michelle e dalle figlie. Il presidente, durante la cerimonia pubblica a Washington, giurerà su due Bibbie, quella di Abramo Lincoln, la stessa utilizzata anche quattro anni fa, e quella che Martin Luther King era solito portare con sé durante i suoi viaggi per il Paese. Il giuramento avrà luogo alle 11.55 ora locale (le 17.55 in Italia) e prevede la lettura della consueta formula, come scritto nell’articolo II, sezione 1, della Costituzione americana: “Giuro solennemente di adempiere con fedeltà all’ufficio di presidente degli Stati Uniti e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione al meglio delle mie capacità”. Subito dopo, la banda dei Marine intonerà “Hail to the Chief” e poi avrà luogo il saluto militare caratterizzato da 21 colpi di pistola. Dopo le performance musicali, avverrà invece la benedizione del revedendo Luis Leon, mentre a chiudere la cerimonia ci penserà la popstar Beyonce che canterà l’inno nazionale. Successivamente il presidente Obama, insieme alla famiglia e al vicepresidente Joe Biden, andrà a pranzo nella sala delle statue del Capitol al quale parteciperanno circa 200 invitati. A destare maggiore interesse sono però i contenuti del messaggio che Obama rivolgerà alla nazione, in attesa di capire se effettivamente sceglierà di parlare del problema delle armi da fuoco e di immigrazione. Un primo segnale di una particolare attenzione nei confronti degli immigrati è già arrivato dalla recente scelta del vicepresidente Joe Biden di prestare giuramento davanti al giudice Sonia Sotomayor, simbolo della comunità ispanica in America. Per quanto riguarda invece il tema delle armi, al centro del dibattito negli Stati Uniti dopo le diverse sanguinose stragi che si sono verificate negli ultimi mesi, l’ex presidente Bill Clinton ha affermato di fronte a un gruppo di sostenitori di Obama, che è necessario “evitare di dare l’impressione di parlare dall’alto in basso” ai cittadini americani.
Con questa dichiarazione, secondo quanto riferito dall’ex collaboratore di George W. Bush, Michael Gerson, Clinton “teme che le armi diventino l’errore di Obama come lo fu reazione a Katrina per il predecessore”.