Alireza Mafiha ha poco più di 20 anni ed è stato condannato a morte. Il 20 gennaio è salito sul patibolo sapendo di dover essere impiccato, perché così a Teheran viene punito il reato di rapina. Il giovane, insieme al coetaneo complice Mohammad Ali (anche lui giustiziato), sono stati ripresi da una telecamera di sorveglianza mentre rapinavano un uomo in strada, in pieno giorno. Il video, finito su YouTube e successivamente mostrato nel corso di un programma televisivo della tv iraniana, mostra chiaramente i due scendere dalle moto guidate da altri due complici e avvicinarsi alla vittima che, sotto la minaccia di un machete, verrà derubata della borsa e della giacca. I complici che guidavano le motociclette sono stati condannati a 10 anni di galera e 74 frustate. Alireza e Moahmmed, invece, hanno pagato con la loro stessa vita: questo perché l’Ayatollah Sadeq Larijani ha definito il loro crimine un “Moharebeh”, vale a dire una gravissima offesa nei confronti dello Stato e dell’Islam. I due giovani devono essere impiccati.
Alireza sale quindi sul patibolo, davanti alla folla che assiste alla scena e alcune donne (probabilmente madri e sorelle) che dalla prima fila piangono e si disperano: il giovane guarda il boia, colui che gli stringerà la corda intorno al collo e che gli toglierà la vita, dopo appena vent’anni circa. Alireza sa che sta per morire e non trattiene le lacrime: con le mani legate dietro la schiena, appoggia la testa sulla spalla dell’uomo incappucciato che ha al fianco, il carceriere, e inizia a piangere. Il boia lo abbraccia, quasi a volerlo consolare, ma ormai non c’è più niente da fare. Sul patibolo è salito anche il suo amico, Mohammad, il quale ha affrontato la morte senza piangere. Entrambi sono stati giustiziati il 20 gennaio scorso ma solo in queste ore stanno circolando le strazianti immagini dell’esecuzione. Nello scatto, che racconta gli ultimi attimi di vita dei due giovani condannati, si vede proprio Alireza, sconvolto, disperato, che non sapendo cosa fare appoggia la testa sulla spalla del boia incappucciato alla sua destra e inizia a piangere.
L’uomo, il quale a breve metterà fine alla sua esistenza, risponde appoggiandogli una mano sulla spalla. Un gesto di umanità che, pur impressionando i presenti e chiunque abbia avuto modo di osservare queste immagini, non ha comunque evitato l’ennesima esecuzione in un Paese in cui le impiccagioni sono praticamente all’ordine del giorno.