La Corte suprema del Pakistan ha confermato che Rimsha Masih è innocente, come aveva stabilito l’Alta corte alcune settimane fa. La minorenne, affetta da problemi mentali e incapace di esprimersi correttamente, era stata accusata di blasfemia dopo che nel suo zaino erano state trovate delle pagine di Corano bruciate. Il suo accusatore, l’imam fondamentalista Khalid Jadoon Chishti, è a sua volta incriminato per blasfemia in quanto avrebbe dato fuoco a un Corano per fabbricare delle false accuse contro la ragazzina. Ilsussidiario.net ha intervistato Paul Bhatti, ministro per le Minoranze religiose del Pakistan.
Qual è il significato di questa sentenza nell’attuale contesto che si trova a vivere il Pakistan?
La sentenza della Corte Suprema ha annullato la causa relativa a Rimsha Masih, dando ragione all’Alta Corte. Lo ritengo un fatto positivo, dopo alcune premesse che mi avevano preoccupato. L’attuale governo del Pakistan sta incontrando diversi problemi, e nello stesso tempo dopo il ricorso alla Corte suprema presentato dagli accusatori di Rimsha ci sono stati lasciati solo due giorni per difendere la ragazza. L’esito della sentenza poteva essere imprevedibile, ma siamo riusciti a gestire bene la situazione.
Quali sono le premesse per le quali era preoccupato?
In questi giorni si sono tenute delle imponenti manifestazioni nella capitale Islamabad. Un imam ha chiesto le dimissioni del governo pakistano e un cambiamento radicale a livello nazionale. C’è stato un sit-in con 100mila persone di fronte all’assemblea del Pakistan, che ha creato una situazione molto difficile. I manifestanti hanno accusato il governo di essere corrotto, di non essere stato in grado di dare sicurezza al popolo né di promuovere la democrazia nel Paese.
Che cosa c’entra tutto ciò con la vicenda di Rimsha Masih?
Proprio nel momento di massima tensione ci è arrivata la notifica del ricorso su Rimsha. Secondo gli accusatori, la ragazza è stata assolta solo grazie al mio intervento. In pratica sono stato accusato di avere messo in atto una manipolazione dell’inchiesta attraverso la macchina governativa, senza il cui intervento Rimsha non sarebbe stata assolta. Sono stati momenti drammatici, ho temuto che la Corte suprema si lasciasse condizionare da questo clima, grazie a Dio invece con l’assoluzione tutto si è risolto per il meglio.
Il governo continuerà a restare in carica nonostante le manifestazioni a Islamabad?
In questo momento nessuno può rispondere a questa domanda. Mancano due mesi al completamento del mandato dell’attuale consiglio dei ministri, e poi dovrebbe succedergli un governo tecnico che resterà in carica durante la campagna elettorale. I manifestanti chiedono invece le dimissioni immediate dell’esecutivo e l’entrata in carica al suo posto di un consiglio dei ministri composto da militari e giudici della Corte Suprema. Hanno spiegato di non credere che l’attuale governo cederà il passo al governo tecnico allo scadere naturale del mandato, e quindi vogliono che se ne vada subito.
I manifestanti sono fondamentalisti islamici?
No, hanno una base religiosa ma il loro leader è Tahirul Qadri, un imam di ispirazione moderata, almeno per quanto riguarda l’applicazione della legge islamica. I partiti religiosi sono contrari a questo movimento e, pur non avendo mai appoggiato la posizione del governo, ora hanno cambiato idea proprio in quanto osteggiano Tahirul Qadri. E’ una situazione veramente complessa. Diversi partiti, che aspirano a giocare un ruolo di primo piano nelle prossime elezioni di marzo, pensano che in seguito all’entrata in campo di Tahirul Qadri esista la possibilità che il voto sia rinviato. C’è una grande preoccupazione, perché se questa figura di imam riuscirà a dominare su tutti gli altri leader politici, questi ultimi finiranno per perdere tutta la loro importanza. In definitiva la situazione è così confusa che è difficile prevedere come andrà a finire.
Da quali istanze nascono le accuse dell’imam Tahirul Qadri contro il governo?
Nascono dal fatto che attualmente la condizione economica del Pakistan è molto pesante. La popolazione è sempre più povera, mancano servizi di base come elettricità, gas e alimentari. La tesi di Tahirul Qadri è che questo governo, basato su un’alleanza così vasta, è stato incapace di produrre sollievo per la gente povera. E che quindi, alle prossime elezioni, se si ripresenteranno gli stessi partiti presenti nell’attuale parlamento, il Paese non avrà un futuro. L’imam alla guida delle proteste sostiene che occorrerebbe una nuova analisi della situazione per promuovere riforme attraverso modalità differenti rispetto al passato.
(Pietro Vernizzi)