Obbiettivo gli Stati Uniti: è così che la Corea del Nord ha annunciato nuovi test nucleari, in barba al rinnovo delle sanzioni da parte delle Nazioni Unite proprio contro i test nucleari del Paese. Propaganda del classico stile o minaccia seria? Si sa che la Corea del Nord quando si sente accerchiata a livello internazionale (questa volta hanno votato a favore delle sanzioni anche i tradizionali alleati cinesi) tende a reagire in maniera brutale con minacce che agitano lo spettro della guerra nucleare e anche come si è visto pure nel recente passato lanciando effettivamente dei missili addirittura contro il Giappone. Come spiega Guido Olimpio contattato da ilsussidiario.net, “gli Stati Uniti prendono molto seriamente questa e ogni minaccia che arrivi dalla Corea del Nord. Il fatto che in queste minacce ci sia evidente propaganda non permette di allentare l’attento monitoraggio che gli americani fanno su qualunque attività coreana. E così fanno anche Giappone e Cina”. Una scheggia impazzita, dunque, la Corea del Nord anche adesso che al potere si è stabilito il giovane Kim che qualche cambiamento aveva fatto sperare.



Come possiamo intendere questa nuova minaccia coreana? Classica propaganda o intenzione bellica che può portare a qualche forma di escalation militare?

La minaccia espressa dal governo della Corea del Nord è una reazione per via del fatto che sono state prorogate le sanzioni delle Nazioni Unite per le sue ricerche nucleari e attività collegate come il lancio di un satellite a scopo militare, attività già in precedenza condannate dalla comunità internazionale. Queste sanzioni hanno dunque portato a una risposta. In genere il regime reagisce sempre in maniera dura e cerca anche modi spettacolari per sottolineare queste sue reazioni.



Come è stata presa la notizia negli Stati Uniti? Cè già qualche tipo di reazione ufficiale?

Di questo test nucleare annunciato oggi in realtà si parlava già da tempo, era atteso. Poi c’era stato un test missilistico e gli esperti che seguono la situazione se lo aspettavano anche quello. Bisogna dire che probabilmente i coreani cercano anche un pretesto per fare questi test e in quanto alle minacce contro gli Usa, esse fanno parte del loro gioco.

In che senso? Che rischio reale comportano?

Ricordiamo che l’ultimo test missilistico era mirato a costruire un missile che possa raggiungere gli Stati Uniti. Oggi poi abbiamo avuto questo annuncio minaccioso sempre nei confronti degli Usa. Nel dare l’annuncio di questa presunta e imminente prova nucleare hanno voluto dire ancora una volta quale sia il loro obbiettivo numero uno, cioè gli Stati Uniti.



Ci spieghi meglio.

Hanno detto: gli Stati Uniti sono il nostro avversario e vogliamo sviluppare armi che ci permettano di raggiungerlo. E’ un regime che fa sempre il solito gioco, l’occidente ma non solo, anche i paesi confinanti hanno timore che questo atteggiamento possa sfuggire di mano ai coreani. In questo contesto di crisi sempre aperta ogni tanto alzano la voce, muovono gli armamenti: insomma se questo ultimo annuncio si trasformerà in qualcosa di più serio è ancora da vedere.

Per cui gli Stati Uniti sono all’erta.

Certamente, è una situazione da monitorare con attenzione e infatti gli Usa seguono con molta attenzione ogni minimo passo della Corea del Nord e la stessa cosa fanno Giappone e Cina.

 

La Cina, tradizionale alleato di Pyongyang, per la prima volta ha aderito a delle sanzioni contro i coreani: che cosa significa?

 

I cinesi hanno due timori. Il primo è che la crisi permanente coreana sfugga di mano. Il secondo è che tantissimi coreani cercano di fuggire andando in Cina. Pechino come sappiamo è stretto sostenitore del regime, fa un po’ da supervisore, e quindi ha voluto mandare un messaggio. 

 

Che tipo di messaggio?

 

Che la Cina supporta la Corea del Nord ma al tempo stesso ricorda che deve rispettare certe regole, quelle dell’ONU. Quindi con questo sostegno alle sanzioni ha voluto probabilmente richiamare all’ordine il presidente ,il giovane Kim, che forse si sta agitando anche per motivi interni suoi, giochi di potere come sempre nei regimi assolutistici. La Cina esercita una qualche forma di pressione però al momento sembra non abbia avuto alcun effetto.

 

A proposito del giovane Kim, c’è stato qualche cambiamento interno dalla sua salita al potere?

 

E’ sempre difficile giudicare vista l’impossibilità di avere elementi sicuri su quanto succede all’interno di questo paese che è notoriamente chiuso, non è facile andarci ed è impenetrabile. Si possono però fare due tipi di valutazione. La prima è che Kim in qualche modo almeno sul piano interno ha lanciato qualche segnale per fare cambiamenti di tipo formale e qualche esperto ha sottolineato che c’è stato un piccolo miglioramento seppure nel disastro continuo nell’economia coreana.

 

La seconda?

 

Al tempo stesso la situazione interna è sempre devastante. Si dice ci siano più di 200mila prigionieri politici, persone internate nei gulag, la repressione è sempre feroce e chi scappa viene ucciso. Non si vedono segnali di cambiamento. Del resto se stiamo parlando di questo paese è perché siamo davanti a una nuova loro classica provocazione, di cambiamenti tangibili ed evidenti non ce ne sono stati nel modo più assoluto