Il governo Berlusconi “bloccò la crescita”, mentre quello guidato da Monti è stato capace di “stabilizzare la situazione”. A dirlo è il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, durante il proprio intervento al Parlamento Ue in cui ha ricordato la crisi italiana di fine 2011 e delineato i futuri obiettivi di Bruxelles. A quel tempo “l’Italia aveva preso impegni di consolidamento di bilancio nell’estate 2011 per facilitare l’intervento Bce nel mercato secondario per acquistare titoli di Stato: quando il governo Berlusconi decise di non rispettare più gli impegni assunti il costo del finanziamento per lo Stato è aumentato soffocando la crescita dell’Italia, poi con la formazione del governo Monti la situazione si è stabilizzata”. Quest’anno, ha poi aggiunto Rehn, “sarà un test essenziale per la credibilità” dell’Unione europea. Fino a poco fa “c’era seria preoccupazione per l’Italia e la Spagna” e “profonda incertezza sulla Grecia”, mentre le “Cassandre predicevano la fine dell’eurozona”. Oggi, “nonostante alcuni progressi”, ci sono ancora sfide da affrontare attraverso “riforme equilibrate e ambiziose” che possano rimuovere “gli ostacoli all’occupazione”. Ma le parole del commissario Ue non sono ovviamente piaciute ai vertici del Pdl, a cominciare da Angelino Alfano: “E’ inaccettabile che Olli Rehn, vicepresidente di un’istituzione indipendente quale la commissione europea, intervenga nella campagna elettorale di uno stato membro, peraltro con affermazioni false, tecnicamente sbagliate e facilmente smentibili”, ha dichiarato il segretario politico del Pdl. “Una così chiara interferenza mette a repentaglio l’immagine della commissione europea”. L’ex ministro Renato Brunetta, invece, chiede addirittura la creazione di “una commissione di inchiesta del Parlamento europeo sulle affermazioni odierne del commissario Rehn, destituite di ogni fondamento e gravemente diffamatorie dell’Italia e del governo Berlusconi”. E aggiunge: “Mente sapendo di mentire, si dovrebbe dimettere”.
Sulla stessa linea anche il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (Pdl-Ppe), secondo cui “la Commissione europea, come istituzione garante dei Trattati europei, deve essere super partes e non interferire con le campagne elettorali nazionali. Per questo motivo le dichiarazioni del Commissario europeo Rehn nei confronti del governo Berlusconi sono inopportune e discutibili nel merito oltre che nel metodo”. “Mi appello al presidente Josè Manuel Barroso – ha poi concluso – affinché ricordi a tutti i membri del suo esecutivo che, per la credibilità e l’autorevolezza della Commissione, è indispensabile la neutralità politica, come garanzia di indipendenza”.