Si è appena conclusa l’intervista al vicepresidente del Venezuela Nicolas Maduro e l’impressione che si ha, anche dopo le indiscrezioni lanciate da fonti USA e riprese dal quotidiano Spagnolo ABC che parlano ormai di un coma controllato con perdita di funzioni vitali, è che si stia preparando il Paese alla ferale notizia della scomparsa del suo Presidente.



Lo si deduce in primo luogo dalla totale assenza di informazioni sullo stato di salute di Chavez nel corso dell’intervista stessa, ovviamente pilotata dal Ministero d’Informazione della nazione Caraibica. E’ in primo luogo stata trasmessa in differita, e quindi registrata, e, a giudicare da alcuni fattori ambientali apparsi nelle immagini, compiuta dopo l’ultima e unica visita effettuata dall’attuale mandatario Venezuelano.



Le televisioni del Paese, tutte controllate dal Governo, hanno dapprima diffuso i vari appelli diramati dagli organi del potere che, comunicando la cancellazione di qualsiasi forma di festeggiamento del nuovo anno, rinnovavano l’invito alla popolazione di riunirsi per elevare preghiere e orazioni dedicate a Chavez. Quindi, al termine dell’intervento del vicepresidente, iniziano a diffondere documentari e programmi biografici che descrivono la vita e l’opera del discusso Presidente venezuelano. Un segnale abbastanza chiaro su come ormai si nutrano ben poche speranze di una soluzione positiva della vicenda.



Il nodo centrale della questione riguarda il 10 gennaio, data nella quale Chavez, eletto a maggioranza per la continuazione del suo mandato, avrebbe dovuto assumere il potere. In sua assenza si dovrebbe procedere nuovamente ad elezioni e questo è il punto che si vuole evitare, dato che la costituzione venezuelana è molto chiara in merito. L’opposizione invita alla calma e a non innalzare la tensione, ma tutti si rendono conto della delicatezza del momento che, stando ad informazioni circolanti in ambienti di Caracas, potrebbe vedere l’esercito imporre un proprio candidato e chiudere il discorso in maniera assai poco “democratica”.

Intanto si aprono le polemiche generate dalla decisione di Chavez di recarsi a Cuba per risolvere le problematiche di salute che da molto tempo l’accompagnano, quasi come a diminuire la fiducia nel sistema sanitario del proprio Paese . C’è pero da dire che la medicina a Cuba è molto sviluppata anche e sopratutto nel settore della ricerca: una delle principali fonti della sua  ricchezza è data dalla vendita di brevetti farmaceutici alle grandi multinazionali. Il Venezuela, dalla caduta del muro di Berlino, è diventato il principale fornitore di energia dell’isola caraibica e l’intercambio tra i due Paesi, che godono di regimi politici identici, è molto sviluppato.