“Il mix di crisi, mancanza di orizzonti economici, forte populismo e menzogna ha convinto milioni di greci a votare per Alba Dorata. Il movimento neo-nazista è riuscito a ottenere 18 seggi in Parlamento approfittando dei tanti ragazzi emarginati nei sobborghi, ma anche negli stessi quartieri bene di Atene dove la disoccupazione è sempre più diffusa. In realtà però non si tratta di un partito ma di un’organizzazione criminale”. Ad affermarlo è Teodoro Andreadis Synghellakis, corrispondente da Roma della radiotelevisione greca Alpha e dell’agenzia stampa Athens News Agency. Sabato Nikos Michaloliakos, leader del partito di estrema destra Alba Dorata, è stato arrestato insieme ad altri sei parlamentari con l’accusa di avere formato un’organizzazione criminale, oltre che per omicidio e minacce. Il partito è ritenuto responsabile dell’uccisione del rapper 34enne Pavlos Fyssas. Eppure i sondaggi danno Alba Dorata ancora al 6,8% delle preferenze.
L’arresto dei sette esponenti di Alba Dorata è una buona notizia per la Grecia?
Molti dicono che sarebbe dovuto avvenire prima, però io dico è che l’importante è che sia successo. Stando a quanto risulta dalle indagini, Alba Dorata è un’organizzazione che usava la violenza come metodo politico per emarginare gli immigrati, gli omosessuali e i disabili. E’ importante quindi che questa organizzazione politica sia messa fuori gioco seguendo vie legali. Non si può trasformare l’arena della società e della politica in uno scontro tra barbari, dove vigono le leggi del più forte e del picchiatore.
Come si spiega che il 6,8% dei greci sia ancora intenzionato a votare per un’organizzazione violenta?
Si spiega con la crisi economica, il populismo, il fatto che Alba Dorata promette un futuro e un lavoro ai disoccupati. Il movimento ha inoltre giocato la carta dell’antipolitica, affermando di non essersi mai occupato di politica, mentre al contrario il loro leader Nikos Michaloliakos lo ha fatto da 30 anni ed è stato un ammiratore di Georgios Papadopoulos, capo della Giunta militare dei Colonnelli tra il 1967 e il 1973. Il mix di crisi, mancanza di orizzonti economici, forte populismo e menzogna ha quindi purtroppo convinto i greci a votare per Alba Dorata. Per combattere il movimento neonazista occorre risolvere la situazione che c’è alla base, e che ha permesso a questa forza politica di entrare in Parlamento.
C’è il rischio che questi arresti, anziché danneggiare Alba Dorata, finiscano per avvantaggiarla come avvenne allo stesso Hitler?
Spero di no, perché comunque le prove contro il gruppo neo-nazista sono molto forti, quasi schiaccianti. La polizia ha intercettato i dialoghi tra i leader del partito subito dopo l’uccisione del rapper 34enne Pavlos Fyssas. Non so se definirlo un eroe possa apparire un’espressione abusata, ma dopo il sacrificio di questo ragazzo c’è stata la svolta contro Alba Dorata.
Una volta fatta piazza pulita di Alba Dorata, chi occuperà il loro posto raccogliendo i consensi tra gli estremisti?
Questa è una domanda cui tutte le forze politiche moderate devono rispondere insieme. Occorre fare capire a chi ha creduto in Alba Dorata che si può protestare, si possono fare delle richieste e non essere d’accordo con la politica della Trojka, ma prima di tutto vengono il rispetto dell’altro, la democrazia e la nonviolenza. Il messaggio che va dato è che chi usa la violenza deve essere escluso da qualsiasi possibilità di esercitare il potere e di rappresentare i cittadini. Che questo estremismo sia riassorbito dalla politica civile è una responsabilità di tutti.
Quali sono le radici storiche dell’estremismo di destra in Grecia?
Negli anni ’30 in Grecia c’è stata la dittatura di Ioannis Metaxas che si ispirava a Mussolini. Quindi abbiamo avuto sette anni di regime dei Colonnelli, a loro volta di estrema destra, i quali hanno privato i greci di qualunque libertà. Alba Dorata esiste del resto dal 1987 e aspettava il momento più propizio per approfittare della crisi economica e sfruttare i tanti ragazzi emarginati nei sobborghi, ma anche negli stessi quartieri bene di Atene dove la disoccupazione è sempre più diffusa.
(Pietro Vernizzi)