Il Congresso si è spaccato. Dopo essere passata al Senato (dominato dai democratici), la Camera dei Rappresentanti, a maggioranza repubblicana, non ha approvato la legge di bilancio. Alla mezzanotte di Washington, dopo diciassette anni, è (ri)scattato lo “shutdown”, ovvero il blocco parziale delle attività di amministrazione federale. Il direttore del Bilancio della Casa Bianca, Sylvia Mathews Burwell, ha ordinato alle agenzie federali d’intraprendere la chiusura “causa mancanza di fondi” per garantire la messa in moto e il funzionamento della macchina statale. Burwell ha sollecitato il Congresso ad approvare al più presto un bilancio provvisorio, al fine di consentire ai ministeri di lavorare “per il rimanente tempo dell’anno fiscale” e di “ripristinare l’operatività dei servizi e dei programmi pubblici essenziali”. Non si sa ancora quanto la situazione rimarrà bloccata. Come detto, il precedente esiste ed è targato 1996, quando lo “shutdown” durò più di un mese e costò al netto circa 2 miliardi di dollari. Per non contare le ripercussioni sull’economia mondiale ed europea.
Secca la reazione di Obama, colpito duramente dalla bocciatura: “Irresponsabili, il Congresso non ha adempiuto alle sue responsabilità”. Queste le parole del presidente in un video realizzato per il network militare e rivolto proprio alle Forze Armate americane; e continua: “il Congresso non è stato capace di approvare un bilancio e, come risultato, gran parte della nostra amministrazione adesso deve chiudere, fino a quando il Parlamento non tornerà a finanziarla”. Poco prima Obama aveva promulgato misure di emergenza per permettere, in ogni caso, il pagamento dei salari per i militari che, ha sottolineato, “continueranno normalmente il loro serivizio”. “Garantiremo che abbiate ciò di cui avete bisogno per completare le vostre missioni”, ha rassicurato. “Le minacce alla nostra sicurezza nazionale non sono cambiate, e ci occorre che siate pronti per qualsiasi evenienza”. Tutto un altro discorso per quanto riguarda invece il personale civile delle Forze Armate, in particolar modo per quello adibito a mansioni non essenziali: gran parte, infatti, non potrà essere più pagato. Le stime vedono circa 800mila statali senza stipendio
“So che i giorni a venire potrebbero significare una maggiore incertezza, ivi compresi possibili congedi” –confessa –, “e so che questo arriva subito dopo i licenziamenti che molto tra voi hanno già dovuto sopportare in estate. “Voi e le vostre famiglie meritate di meglio rispetto ai malfunzionamenti a cui abbiamo assistito in Congresso. “Continuerò la mia battaglia affinché lo stesso Congresso faccia riaprire il nostro governo il più presto possibile, e vi faccia ritornare al lavoro quanto prima”.