Il senatore Rand Paul è uno dei possibili candidati repubblicani alle presidenziali del 2016. Lo scorso venerdì è stato protagonista di un incontro tenutosi a Washington, il Values Voter Summit, dove si è espresso in modo esplicito contro il presidente degli Stati Uniti, così come i media americani. A tema non era la situazione economica aggravata dallo shutdown sul bilancio federale piuttosto la persecuzione contro i cristiani nel mondo, “la guerra alla cristianità” come l’ha chiamata lui. In questo senso ha accusato Obama e i media del suo paese di averla fino a oggi ignorata: da Boston allo Zanzibar, ha detto, c’è oggi una guerra mondiale contro la cristianità. Non se ne parla al tg della sera, ha aggiunto, perché non conviene farlo. Non conviene dire la verità sull’islam radicale, il presidente degli Stati Uniti confonde chi attacca e uccide i cristiani: “I media parlando di queste stragi come fossero dei settarismi, ma la verità è che la guerra mondiale contro i cristiani è portata avanti da elementi fanatici dell’islam”. Non ha attaccato l’islam in quanto tale, il senatore repubblicano, anzi, ricordando i tanti meriti nel corso dei secoli di questa religione, quando nel medio oriente la tolleranza era la norma. La storia deve tornare a quell’epoca, ha spiegato, accusando però gli Stati Uniti di non aver capito nulla della crisi siriana. In Siria, ha detto, i ribelli sono stati filmati mentre decapitavano i loro prigionieri, due vescovi cristiani sono stati rapiti e un sacerdote recentemente ucciso. Questi ribelli, ha detto ancora, sono alleati con gli stessi ribelli islamici che Obama sta armando: “stiamo armando ribelli islamici che sono alleati con quell’Al Qaeda che ha attaccato l’America l’11 settembre 2001”. Ha infine citato un recente sondaggio che ha dato come risultato che che il 21% degli egiziani, il 15% dei giordani e il 13% dei pachistani sono favorevoli al terrorismo.