Ultimo aggiornamento di pochi minuti fa sulla vicenda degli operatori della Croce Rossa rapiti in Siria (tra cui un membro della Mezzaluna Rossa): tre di loro sono già stati liberati. Si attende di capire la sorte degli altri tre. Stando alla notizia riportata dall’agenzia siriana Sana, sette persone – sei cooperanti della Croce Rossa e un volontario della Mezzaluna Rossa locale – sono state rapite da un gruppo di uomini armati (molto probabilmente ribelli) nel Nord-Ovest della Siria. La Farnesina, sulla base degli primi accertamenti condotti dall’Unità di crisi in contatto con l’ambasciata italiana a Beirut, ha riferito che tra i rapiti non vi sarebbero italiani.
Magne Barth, capo della delegazione della Croce Rossa internazionale, ha richiesto l’immediata e incondizionata liberazione degli uomini, dei quali, per il momento, non si conosce né il sesso né la nazionalità. Il Comitato internazionale della Cicr ha affermato che continuerà a condurre operazioni umanitarie nel Paese in conflitto. “Il Cicr e la società della Mezzaluna rossa siriana (Sarc) lavorano instancabilmente per fornire assistenza umanitaria imparziale ai più bisognosi in tutta la Siria su entrambi i lati del fronte” viene fatto sapere sulla nota ufficiale, che prosegue: “Incidenti come questo minano potenzialmente la nostra capacità di aiutare coloro che hanno più bisogno di noi; l’organizzazione umanitaria è impegnata ad assistere il popolo siriano e continuerà a condurre le sue attività umanitarie sia in Siria che nei Paesi vicini in favore dei rifugiati”.
Secondo le primissime ricostruzioni fornite dall’agenzia siriana, i terroristi avrebbero assalito un convoglio e aperto il fuoco contro i volontari, che stavano viaggiando lungo la strada Sermin-Saraqib nella zona “rossa” di Idlib, dove il numero di rapimenti è sensibilmente cresciuto negli ultimi mesi di guerra civile. I cooperanti sono stati portati in una località sconosciuta.
Inoltre, sotto il versante politico-diplomatico, la conferenza di pace di Ginevra2 riceve inaspettatamente un duro colpo: il Consiglio nazionale siriano – ovvero il gruppo d’opposizione al regime  più importante all’interno della Coalizione nazionale siriana – ha fatto sapere che non prenderà parte alla conferenza di pace di novembre, minacciando di ritirarsi dalla Coalizione se questa deciderà di aderire alla conferenza per i negoziati: “Lo abbiamo deciso perché non abbiamo visto nessun passo in avanti, esterno o interno. Non ci sono miglioramenti nella situazione e non c’è un ambiente adeguato per la celebrazione di Ginevra 2”.



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