In Svizzera è stata approvata la misura che in Italia era stata ipotizzata nel luglio scorso, vale a dire un prelievo forzoso dell’1% sui conti correnti superiori a 250mila euro. La tassa patrimoniale elvetica servirà a finanziare gli ammortizzatori sociali, quindi ad aiutare i disoccupati, a cui continuerà a garantire un’entrata fino all’80% dell’ultimo stipendio per oltre un anno tramite l’assicurazione. Come si legge oggi in un articolo di Repubblica, la misura entrerà ufficialmente in vigore il primo gennaio del prossimo anno, con l’obiettivo annunciato e previsto di di raccogliere circa 100 milioni di franchi all’anno (circa 80 milioni di euro) per sanare un disavanzo pari a quattro miliardi. Come avvenuto in Italia, però, anche la Svizzera ha reagito sollevando un polverone: da sinistra a destra, i partiti elvetici hanno gridato allo scandalo, senza però riuscire (come avvenuto invece nel nostro Paese) a bloccare l’entrata in vigore del provvedimento.