Padre Ray Leonard contro gli Stati Uniti d’America: una lotta impari ovviamente. Ma a questo prete cattolico che presta servizio presso la base navale di Kings Bay non manca il coraggio. Tutta colpa dello shutdown, il blocco dei pagamenti federali verso i servizi non fondamentali che è durato una decina di giorni, dovuto alla mancata approvazione del bilancio. Blocco che come si sa è terminato ieri sera quando finalmente repubblicani e democratici hanno trovato un accordo ed è stato possibile approvare il bilancio terminando così lo shutdown. Ma cosa c’entra un prete con tutto questo? C’entra perché al sacerdote, per via appunto dello shutdown, era stato proibito celebrare la sua consueta messa all’interno della base militare. Sul portone della chiesa della base era stato applicato un apposito cartello che diceva: “per via dello shutdown governativo non è possibile pagare vari tipi di contratto. La Messa cattolica sarà sospesa fino a ulteriori comunicazione. Ci scusiamo per l’inconveniente”. Zelo massimo dei rappresentanti del governo e dei militari dunque, che evidentemente considerano la Messa un obbligo a pagamento come qualunque tipo di servizio. Per Padre Leonard evidentemente non è così, ma gli è stato imposto anche di non svolgere qualunque attività volontaria, dunque non pagata. Non solo: se avesse violato le disposizioni sarebbe stato arrestato. Al prete è stato vietato l’ingesso nei suoi uffici ma anche l’accesso alla Eucarestia che si trova nella chiesetta: cancellata la messa giornaliera e settimanale a cui prendono parte le circa trecento famiglie cattoliche presenti nella base, la confessione, i corsi di preparazione al matrimonio e i battesimi. Il sacerdote, parlando al canale televisivo Cbn News, ha espresso tutto il suo sconcerto: non riusciamo a credere che in America il governo vieti il diritto alla liturgia. Adesso la parola passa agli avvocati.