Un ragazzino siriano di 13 anni racconta come lo zio gli ha insegnato a usare il fucile per sparare dal tetto di una casa contro civili inermi. “La mia prima vittima era un uomo che era appena stato al mercato. Dopo averlo fatto per tre notti ho avuto gli incubi, poi ci ho fatto l’abitudine. Ogni giorno iniziavo il mio turno alle 7 del mattino e ‘lavoravo’ fino alle 4 del pomeriggio, e a seconda di come andava la giornata potevo uccidere una, due o tre persone”. Shaaban è stato intervistato da una tv araba, spiegando che il gruppo che lo ha arruolato è affiliato ai Nipoti del profeta, un’armata finanziata dal Qatar che combatte contro Assad. Ilsussidiario.net ha contattato Osama Saleh, un intellettuale siriano che vive a Milano e che è un attivista dell’associazione “Giù le mani dalla Siria”. Di religione alawita, la stessa di Assad, Osama Saleh racconta la crudeltà di una guerra che non risparmia i bambini. Quella di Saleh è una testimonianza di parte, ma che pubblichiamo integralmente perché esprime bene il dolore che sta provocando il conflitto siriano.
Che cosa ne pensa del video con la storia di Shaaban mostrato da una televisione araba?
L’utilizzo dei bambini per scopi bellici è un “marchio di fabbrica” della rivolta siriana. I ribelli sfruttano l’incapacità di intendere e di volere da parte dei minorenni per piantare nelle loro giovani menti semi di odio e di estremismo che poi continuano a svilupparsi. La presenza di minorenni tra i gruppi armati è quindi un fatto diffusissimo. Un altro video per esempio ha mostrato un bambino di nove anni che partecipa a un’azione militare, combatte in prima linea e fuma insieme agli adulti.
Da dove quale contesto culturale nasce questa mancanza di umanità?
Questa “cultura” d’odio affonda le sue radici fin dall’inizio della rivolta. Nel momento in cui dei civili sono stati sgozzati soltanto per la loro appartenenza religiosa, in quanto cristiani o alawiti, qualsiasi umanità è stata bandita dalla guerra civile. E’ come una scala d’odio, si incomincia a uccidere la voce della coscienza nella singola persona, e poi il soldato che ha subito il lavaggio del cervello è pronto per compiere qualsiasi atrocità.
Anche l’Esercito Siriano Libero arruola i bambini?
I ribelli hanno una grande necessità di forze fresche da arruolare, e per un bambino basta uno stipendio di cinque dollari. I minorenni da otto-nove anni in su sono utilizzati regolarmente fin dalle prime fasi di questa guerra. L’Esercito Siriano Libero, che si professa laico, ha creato addirittura la “Brigata dei Bambini Liberi” composta soltanto da minori armati di mitra e kalashnikov. I vertici militari si sono addirittura vantati dell’istituzione di questa brigata affermando che si tratta di bambini democratici che difendono la loro patria. Ma la realtà è che i bambini dovrebbero rimanere fuori da qualsiasi gioco politico, religioso e ancor più militare.
Questo sfruttamento dei bambini avviene anche da parte dell’Esercito regolare di Assad?
No. Nell’Esercito di Assad i soldati hanno tutti almeno 18 anni. Sono i ribelli a usare i bambini non solo per combattere, ma anche come scudi umani. Sapendo che le milizie regolari non sparerebbero mai su un minorenne, le opposizioni armate mandano avanti i bambini e dalle loro spalle sparano sui soldati. Se per errore uno di questi minorenni rimane ucciso, sfruttano doppiamente la sua morte mandando il video ad Al-Jazeera. Ho raccolto testimonianze dirette su questa pratica quando insieme a una delegazione italiana mi sono recato in Siria e ho visitato i soldati feriti all’ospedale militare.
Quanto è rilevante il fenomeno di estremisti che dall’Italia si recano in Siria per combattere la guerra santa?
Secondo le stime ufficiali i militanti provenienti dall’Italia sono una cinquantina di persone, ma io ritengo che siano molti di più. Molti di loro li conosco personalmente da anni. Uno di loro è stato ripreso dalla Cnn mentre uccideva un soldato siriano a petto nudo. Sono numerosi quelli che dall’Italia sono scesi in Siria, e sono pochi quelli che sono tornati. Dobbiamo tenere conto che si tratta di terroristi, nel vero senso della parola, i quali hanno sfruttato il loro passaporto siriano per andare a combattere contro i loro concittadini per scopi politici. Tra loro ricordo che c’è anche Ammar Bacha, che ha sposato la figlia di Mohamed Nour Dachan, capo dell’Ucoii, l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia.
(Pietro Vernizzi)