Potete immaginare l’espressione della massima autorità del Kuwait di fronte alla notizia che uno dei maggiori esponenti della famiglia reale si è convertito al cristianesimo? La persona chiamata in causa è il principe Abdullah Al-Sabah che in questi giorni ha deciso di postare su un canale satellitare cristiano, di nome al-Haqiqa, un file audio in cui afferma di aver voltato pagina per intraprendere il cammino spirituale sulle orme di Gesù Cristo. Trattasi di uno schiaffo in piena faccia per uno degli Stati responsabili del finanziamento alla causa ribelle islamica in terra siriana, una novità sconvolgente per l’intero emirato. “Prima di tutto, sono pienamente d’accordo con la distribuzione di questo file audio e dichiaro che se mi uccidono incontrerò Gesù Cristo e starò con lui tutta l’eternità”: sono queste alcune delle parole del principe riportate nell’incipit del file audio nel quale dimostra la sua consapevolezza del destino che potrebbe attenderlo. Secondo quanto riportato da un comunicato della tv al-Haqiqa, il membro della famiglia reale avrebbe annunciato la sua nuova fede ma non specificato quale branca del cristianesimo abbia deciso di professare. “Accetterò qualsiasi cosa facciano per me, perché la verità della Bibbia mi ha guidato verso la strada giusta.” La testimonianza di Abdullah Al-Sabah ha toccato vari punti tra cui l’azione delle comunità islamiche che stanno avendo un ruolo di primo piano in Egitto: “hanno sempre voluto attaccare in diverse parti del mondo, ma Dio ha conservato il mondo e lo protegge ancora.” In Kuwait oggi solamente il 4% della popolazione è cristiana, in quanto la Sharia regola ogni sfera della vita sociale del paese. Nessun’altra religione viene concepita e tollerata poiché la legge islamica regola tutti i gangli vitali della comunità. Dall’Iran sono arrivate le smentite riguardo l’appartenenza di Abdullah ai 15 principali componenti della famiglia reale che governano il paese. Tali voci sono state diffuse da alcuni siti sciiti indipendenti, ad esempio Azbi al-Sabah sostiene che“non c’è nessuno con quel nome nella famiglia reale del Kuwait”.
Ma probabilmente Abdullah Al-Sabah è un membro della famiglia allargata al di fuori dei 15 più potenti del paese. Le dichiarazioni da parte delle entità iraniane trovano fondamento poiché nei paesi musulmani la conversione è vista come una minaccia. L’intento delle autorità iraniane è di sminuire la posizione di Abdullah Al-Sabah per far sì che non venga dato peso alle dichiarazioni di un importante esponente del mondo musulmano, anche se appartenente al ramo sunnita. Addirittura il ministro dell’intelligence iraniana Heidar Moslehi ha sollevato la questione nel paese chiedendo di istituire dei seminari per il contrasto alla diffusione del cristianesimo. Nell’attesa che si abbiano sviluppi per quanto riguarda il grado di appartenenza di Abdullah Al-Sabah, persistono ancora i problemi riguardanti il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in alcuni paesi musulmani.
(Mattia Baglioni)