Secondo le ultime informazioni provenienti dall’Inghilterra, gli autori del terribile omicidio del ragazzo italiano non sono di nazionalità inglese, ma sarebbero tutti stranieri, anche se non è stato specificato di quale paese. Uno solo dei nove, peraltro rilasciato insieme a un altro, è di nazionalità britannica. Gli altri sette giovani restano in carcere. La polizia inglese dunque non reputa si tratti di un caso di razzismo. Polemiche comunque da parte della famiglia del giovane ucciso: siamo stati avvertiti da un’amica di Joele, hanno detto, perché le autorità inglesi non ci hanno fatto sapere nulla di quanto era accaduto. Ecco il resto della notizia come è stata raccolta stamane dalle agenzie. Joele Leotta, da dieci giorni Gran Bretagna dove lavorava in un ristorante, è stato ucciso da alcuni coetanei inglesi. Massacrato di botte nel suo appartamento. Il motivo? “Ci rubi il lavoro”, gli avrebbero urlato contro gli aggressori, otto inglesi fra i 21 e i 25 anni, prima di iniziare a pestarlo. Alla base dell’omicidio delitto potrebbe dunque esserci una orrenda motivazione razziale che dovrebbe far riflettere sul livello di civiltà di alcuni paesi considerati la culla della democrazia e dell’accoglienza. Leotta, originario di Nibionno in provincia di Lecco, aveva deciso di andare in Inghilterra per studiare mantenendosi con il lavoro. Si era trasferito a Maidstone, capitale dello stato del Kent, e aveva trovato lavoro in un ristorante italiano.
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Secondo una prima ricostruzione, riportata su QN – Il Giorno, domenica sera una squadra di otto persone è entrata nell’appartamento dove Joele viveva insieme a un altro ragazzo italiano e lo hanno pestato a morte. Sembra che i due italiani e gli inglesi avessero precedentemente litigato nel ristorante dove aveva appena cominciato a lavorare: alcuni inglesi li accusavano di aver preso il letto di un altro ragazzo inglese e di rubare il lavoro agli inglesi.
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Per questo motivo è stata organizzata poco dopo la spedizione punitiva: Joele, contro il quale sarebbe stato usato anche un coltello, non è sopravvissuto all’aggressione nonostante l’immediato trasporto in ospedale. L’altro giovane, Alex Galbiati, proveniente da Sirtori, ha invece riportato diverse lesioni al collo, alla testa e alla schiena ma non sarebbe in pericolo di vita. Al momento rimane comunque sotto osservazione in ospedale.
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Dopo il pestaggio e una volta dato l’allarme, è iniziata la caccia all’uomo: gli otto assassini sono stati arrestati la sera stessa mentre si trovavano in un ristorante, come se niente fosse accaduto. Sul suo profilo Facebook, Joele raccontava le prime sensazioni una volta sbarcato in Inghilterra e rispondeva con entusiasmo a chi gli chiedeva aggiornamenti sulla capacità di parlare in inglese e la ricerca di una casa e di un lavoro. La notizia è arrivata velocemente nella cittadina di Nibionno, dove il ragazzo viveva insieme ai genitori e al fratello, lasciando tutti increduli. Tantissimi i messaggi lasciati sulla sua bacheca del social network da amici e conoscenti: qualcuno ha da poco creato una pagina in sua memoria, intitolata semplicemente “Joele Leotta”. Al centro compare una grande scritta che recita “stop violence”, stop alla violenza.