In occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, istituita dall’Onu per celebrare la nascita del Mahatma Gandhi, Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), confida ad Asia News che, nel suo Paese, le violenze sono ormai all’ordine del giorno. Il leader cristiano denuncia come la memoria del padre della patria sia infangata ogni giorno dall’aumento degli episodi di intolleranza. Gandhi, infatti, «credeva in un’India libera basata sul pluralismo religioso». Nel solo Karnataka, in effetti, secondo le stime del Gcic, da giugno scorso a metà settembre, le comunità cristiane sono state vittime di 21 attacchi. Da gennaio a maggio, si erano registrati 4 episodi di violenza. In particolare, il 29 settembre, a Tarikere, nel distretto di Chikmagalur, durante la celebrazione domenicale all’interno della Chiesa pentecostale Gypsy Church, 25 estremisti hanno fatto irruzione all’interno, hanno picchiato il reverendo Hemachandra e sua moglie, e li hanno chiusi nell’edificio. Poi, li hanno pure denunciati per proselitismi e conversioni forzate. La coppia ha dovuto firmare un foglio in cui si impegna e interrompere le attività. «I cristiani – ha concluso Sajan George – non fanno nulla di criminale e il diritto alla liberta religiosa e di coscienza sono sanciti dalla Costituzione. Questi attacchi sono allarmanti e pericolosi per lo sviluppo della nostra nazione».