Abbandonare il verbo della religione induista ispirati dal sentimento di uguaglianza tipico del cattolicesimo. Questo è quello che è successo a Kathmandu a un ragazzino di 12 anni che ha deciso di intraprendere il corso il catechismo alla cattedrale dell’Assunzione della capitale, al quale si sono uniti altre 20 ragazzi di sesso sia femminile che maschile. “Voglio diventare cattolico per portare in giro il verbo di Dio che fa dell’uguaglianza uno dei suoi capi saldi”, ha dichiarato il piccolo Diko al quotidiano asianews.it. Nei paesi a maggioranza indù il sistema delle caste vige ancora oggi come uno dei cardini principali alla quale gira attorno la società. Le discriminazioni nei confronti di persone appartenenti a caste inferiori sono all’ordine del giorno e la piccola comunità cattolica della capitale nepalese vuole cercare di gettare un seme affinché cambi una mentalità che la fa da padrone da secoli e secoli. “La discriminazione non dovrebbe fare parte di nessuna religione. Ho abbracciato il cristianesimo perché non ci sono caste e distinzioni tra etnie, ogni persona deve essere trattata allo stesso modo”, insiste Diko. Attualmente in Nepal vivono 150 mila cristiani di cui 8 mila sono cattolici. Fino al 2006, anno in cui è caduta la monarchia, l’induismo era religione di Stato e regolava la maggior parte delle attività sociali e si rifletteva in modo invadente sulla legislazione interna. Dopo la caduta del Re è stato proclamato lo stato laico ma ovviamente le minoranze continuano ad essere le vittime di un contesto che vede la religione induista come dominante rispetto alle altre. Molti fatti di cronaca che riguardano violazione dei diritti umani e discriminazione riguardano proprio la maggioranza indù che a volte cerca anche di accusare la comunità cattolica di corruzione verso i giovani al fine di convertirli. Diko e i suoi compagni di catechismo hanno tenuto a precisare che queste accuse sono prive di fondamento: “il giorno che abbiamo deciso di abbracciare il nuovo credo, siamo venuti in chiesa chiedendo al sacerdote di convertirci ma lui ha risposto di tornare a casa per chiedere il permesso ai nostri genitori e di imparare i principi del cristianesimo”. Ora i ragazzi della comunità cattolica hanno capito che per diventare dei buoni cattolici bisogna prima studiare e capire a pieno in cosa consiste il verbo di Dio. I nuovi adepti sono in continuo aumento e il fenomeno è spiegato dagli esperti come un processo di formazione spirituale data dallo studio delle scritture, che porta i nuovi credenti a non tornare sui propri passi e a diffondere il cristianesimo tra i pari.