Occupata per una settimana circa dai ribelli islamici e di nuovo riconquistata dall’esercito regolare, nella città di Sadad si è assistito a un massacro di cristiani. Nella città vivevano 15mila persone, prevalentemente cristiani ortodossi. Lo ha denunciato l’arcivescovo ortodosso metropolita di Homs e Hama, Selwanos Boutros Alnemeh, definendolo il più grande massacro di cristiani in Siria degli ultimi due anni e mezzo, in pratica da quando cominciata la guerra civile. Sono stati uccisi 45 civili senza alcun motivo, tra i quali diverse donne e bambini, ha detto, aggiungendo che altri civili sono stati minacciati e terrorizzati. Di loro trenta sono stati feriti e dieci sono attualmente scomparsi. In pratica per tutta la settimana dell’occupazione 1500 persone sono state tenute in ostaggio e usate come scudi umani. Circa 2500 famiglie sono fuggite dalla città prendendo con se solo un po’ di vestiti. Al momento, denuncia sempre l’arcivescovo, in città non c’è elettricità né acqua corrente. Le chiese e molte abitazioni sono state devastate e derubate, sono state distrutte anche molte scuole ed edifici pubblici, l’ospedale e la clinica locali. Il mondo non ci ascolta, ha concluso l’arcivescovo: chiediamo almeno di pregare per noi. 



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