Rivoluzione dopo rivoluzione, l’Egitto, secondo uno studio condotto dalla Thomson Reuters Foundation, è il paese arabo dove le donne vivono nelle condizioni peggiori per quanto riguarda i diritti umani. Anzi, la loro situazione è peggiorata proprio dopo la rivoluzione che ha posto fine al regime di Mubarak. Si tratta di violenze sessuali, mutilazione dei genitali e crescita del fondamentalismo islamico. E’ il terzo sondaggio del genere dall’inizio della cosiddetta primavera araba: dietro l’Egitto si sono posizionati Iraq, Arabia Saudita, Siria e Yemen. In tutto sono stati presi in esame 22 paesi arabi. Il paese arabo invece dove le donne in campo di diritti umani hanno la situazione migliore sono le piccole isole Comore, dove il 20% delle posizioni ministeriali sono occupate da donne, seguito dall’Oman, il Kuwait, la Giordania e il Qatar. Per arrivare a questi dati si è chiesto a un numero di esperti le condizioni delle donne a proposito di violenza, diritti della nascita, trattamento delle donne nelle famiglie di appartenenza, e il ruolo delle donne in campo politico ed economico. In Egitto, si è constatato, esistono interi villaggi dove le donne sono obbligate a matrimoni forzati mentre le violenze sessuali nei loro confronti sono altissime. Un documento delle Nazioni unite aveva già sottolineato con il 99,3% delle donne egiziane siano state costrette a subire abusi sessuali a prescindere dalla loro posizione sociale ed economica.