Mentre il presidente cinese Xi Jinping annuncia riforme senza precedenti, da un mese e mezzo due sacerdoti cattolici si trovano agli arresti. Sono accusati di avere organizzato delle lezioni di catechismo per adulti per conto della “Chiesa sotterranea” nella città di Qinyuan, vicino a Baoding nell’Hebei. I due preti hanno entrambi circa 40 anni, anche se si conosce l’identità soltanto di uno di loro, padre Tian Dalong. Lo scrive Asia News, secondo cui in questo momento si trovano in isolamento in alcune baracche sotto il controllo della polizia. Baoding è uno dei centri con la maggiore concentrazione di cattolici della Chiesa non ufficiale. Quattro catechisti laici sono invece multati per 4mila yuan a testa, pari a circa 400 euro. In questo momento altri dieci sacerdoti si trovano a loro volta in detenzione, una parte dei quali semplicemente agli arresti e un’altra nei campi di lavoro. La contraddizione sottolineata dai principali analisti è che i due sacerdoti sono stati arrestati solo poche settimane prima del Terzo Plenum del Partito Comunista Cinese che annunciava delle riforme sbandierate come epocali. Ciò solleva parecchi dubbi sulle effettive conseguenze della ventata di rinnovamento annunciata da Xi Jinping. L’agenzia di stampa cinese (Xinhua) ha annunciato che il Consiglio di sicurezza nazionale (Csn) porterà a “perfezione il sistema e la strategia di sicurezza nazionale, garantendo la sicurezza della nazione”. Nel frattempo il cardinal Joseph Zen Ze-kiun, l’ex arcivescovo di Hong Kong, ha chiesto ai cristiano occidentali un sostegno più fattivo nei confronti dei cattolici cinesi. La Cina dispone di un seggio nel Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ma ora la loro posizione potrebbe essere ridiscussa. Le delegazioni occidentali hanno accusato la Cina di arrestare gli attivisti e impedire la libertà dei Tibetani, dimenticandosi però di citare la libertà religiosa dei cristiani.



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