Il fallito attentato alla redazione di BfmTv, in cui un uomo ha minacciato con un fucile a pompa dei redattori, sembrava destinato a rimanere un episodio isolato. Sono le 7 del mattino, di venerdì scorso, il folle fa irruzione negli uffici e punta l’arma contro un dipendente: qualcosa non va, il fucile s’inceppa, il giornalista suda freddo ma alla fine è salvo. Sul pavimento vengono rinvenute le cartucce dei colpi che fortunatamente non sono partiti. A distanza di due giorni si comincia a pensare che il gesto di venerdì sia stato solamente la prova di un atto di violenza che avrebbe scatenato un’ondata di terrore tra gli abitanti di Parigi. A quanto pare, l’uomo che ieri mattina è entrato nella redazione di Libération e ha sparato a un fotografo di 27 anni, sarebbe lo stesso dell’attentato a Bfmtv. I bossoli ritrovati al suolo e le immagini delle video camere di sorveglianza hanno portato gli investigatori ha privilegiare la pista dell’autore unico. Un altro indizio importante proviene dall’automobilista preso in ostaggio dall’attentatore: una volta salito in macchina in direzione Champs Élisées, il fuggitivo, munito di esplosivi, avrebbe confidato al conducente di essere appena uscito di prigione. Nella redazione del noto quotidiano di sinistra la tensione si taglia col coltello ma l’unico modo per far fronte alla situazione è continuare a lavorare. Ilsussidiario.net ha raccolto alcune testimonianze dei diretti itneressati in questo caso: “La gente che era presente quando l’ individuo ha sparato è ancora sotto shock. La prima cosa da fare è continuare a uscire con le notizie, proseguire con il nostro lavoro e insistere a difendere i nostri valori. Spesso i pazzi sono un concentrato parossistico dei nostri tempi, ma non sappiamo ancora niente delle motivazioni di questo individuo. Possiamo fare delle ipotesi sul disagio che si vive in Francia ma restano solo delle congetture”, ha fatto sapere Marc Semo, noto giornalista del quotidiano Libération. “Un attacco diretto alla democrazia”, ha tuonato il giornale preso di mira, ma c’è chi mette in guardia: “Potrebbe essere un pazzo, è difficile fare un’analisi in questo momento. Siamo tutti preoccupati per il nostro collega che attualmente è in ospedale in prognosi riservata. Ovviamente ci sentiamo colpiti in qualità di giornalisti, ma forse è presto per dire che il malintenzionato sia una persona che ha preso di mira i media. Da quello che si dice è un individuo armato con degli atteggiamenti da ex militare. Dove si è procurato queste armi? Non siamo negli Stati Uniti dove è possibile reperire facilmente pistole, fucili e quant’altro; questo per dire che ci sono ancora pochi elementi per parlare di attentato alla democrazia. Quello che sarà veramente interessante scoprire sarà la sua storia, le motivazioni che l’hanno spinto a compiere questo gesto radicale”, ha fatto sapere Anne Le Nir, giornalista di Rfi (la principale emittente radiofonica francese). Oltralpe si vive un malessere nazionale diffuso: una crisi deflagrante, a livello economico e sociale, e poca fiducia nella politica. Tre milioni e mezzo di disoccupati, forti tensioni sociali e una insoddisfazione generale verso il governo che non ha saputo prendere le misure necessarie per rilanciare l’economia. Insomma, il malcontento ha colpito anche il paese che sembrava essere uno dei vagoni più saldi alla locomotiva Germania. “Ci sono molti problemi in Francia per quanto riguarda la presa in carico di persone che hanno problemi psichiatrici. Purtroppo la prevenzione a livello psicologico e psichiatrico patisce sempre di più della mancanza di fondi, probabilmente non si fa abbastanza in questo campo. Bisognerebbe dare più peso alla psichiatria, è una delle priorità sociali”, prosegue Anne Le Nir. La chiave sociologica è sicuramente da tenere in considerazione per la lettura di un evento del genere e Richard Heuze, giornalista di Le Figaro, pone l’accento anche sulla minaccia posta dai populismi: “Sul piano economico sono previsti dei miglioramenti entro la fine di quest’anno, ma sono ancora troppo lievi per rassicurare la popolazione. Dobbiamo considerare come un campanello d’allarme anche la rinascita del Front National di Marine Le Pen, un movimento di estrema destra che sicuramente si affermerà nelle prossime elezioni europee. Attacco alla libertà di stampa? E se fosse semplicemente un matto? Non sappiamo se l’attentato sia di matrice politica o se si tratta semplicemente di uno squilibrato. Forse si è trattato di un uomo che esprime il suo rancore a Parigi, così come spesso è capitato negli Stati Uniti. È stato sicuramente un fatto inaudito perché un giornale non ha mai subito un attacco di questa natura. Il fatto che sia stato preso di mira un quotidiano di sinistra non cambia lo stato delle cose. Penso che se fosse stato un atto terroristico non avrebbe mancato l’obiettivo provocare il maggior numero possibile di morti e feriti.”
(Mattia Baglioni)
Non siamo negli Stati Uniti che è possibile reperire facilmente pistole, fucili e quant’altro; questo per dire che ci sono ancora pochi elementi per parlare di attentato alla democrazia. Quello che sarà veramente interessante scoprire sarà la sua storia, le motivazioni che l’hanno spinto a compiere questo gesto radicale”, ha fatto sapere Anne Le Nir, giornalista di Rfi (la principale emittente radiofonica francese). Oltralpe si vive un malessere nazionale diffuso: una crisi deflagrante, a livello economico e sociale, e poca fiducia nella politica. 3 milioni e mezzo di disoccupati, forti tensioni sociali e un insoddisfazione generale verso il governo che non ha saputo prendere le misure necessarie per rilanciare l’economia. Insomma, il malcontento ha colpito anche il paese che sembrava essere uno dei vagoni più saldi alla locomotiva Germania. “Ci sono molti problemi in Francia per quanto riguarda la presa in carico di persone che hanno problemi psichiatrici. Purtroppo la prevenzione a livello psicologico e psichiatrico patisce sempre di più della mancanza di fondi, probabilmente non si fa abbastanza in questo campo. Bisognerebbe dare più peso alla psichiatria, è una delle priorità sociali”, prosegue Anne Le Nir. La chiave sociologica è sicuramente da tenere in considerazione per la lettura di un evento del genere e Richard Heuze, giornalista di Le Figaro, pone l’accento anche sulla minaccia posta dai populismi: “Sul piano economico sono previsti dei miglioramenti entro la fine di quest’anno, ma sono ancora troppo lievi per rassicurare la popolazione. Dobbiamo considerare come un campanello d’allarme anche la rinascita del Front National di Marine Le Pen, un movimento di estrema destra che sicuramente si affermerà nelle prossime elezioni europee. Attacco alla libertà di stampa? E se fosse semplicemente un matto? Non sappiamo se l’attentato sia di matrice politica o se si tratta semplicemente di uno squilibrato. Forse si è trattato di un uomo che esprime il suo rancore a Parigi, così come spesso è capitato negli Stati Uniti. È stato sicuramente un fatto inaudito perché un giornale non ha mai subito un attacco di questa natura. Il fatto che sia stato preso di mira un quotidiano di sinistra non cambia lo stato delle cose. Penso che se fosse stato un atto terroristico non avrebbe mancato l’obiettivo provocare il maggior numero possibile di morti e feriti.”
(Mattia Baglioni)