Le donne sono le principali vittime, insieme ai bambini, del tragico conflitto che insanguina la Siria dal marzo del 2011. Migliaia infatti i bambini vittime dei bombardamenti e dei cecchini, migliaia le donne vittime di stupri e violenze. Secondo Human Rights, almeno seimila. Le donne sarebbero usate anche come scudi umani oppure rapite per essere usate negli scambi di prigionieri da entrambe le parti del fronte, a volte perché hanno legami con familiari dei ribelli o con i governativi. Numerosissimi poi i casi di stupro nei loro confronti, cosa che dati gli usi islamici, le rende immediatamente isolate dal contesto civile, tanto da essere obbligate a lasciare i villaggi di appartenenza e vivere isolate senza aiuti. Altrettanto tragica la sorte dei bambini: si calcola che dall’inizio del conflitto ne siano morti circa 11mila. La maggior parte sono rimasti uccisi nei bombardamenti o colpiti dai cecchini. L’età compresa è dai 17 anni in giù. Nel dettaglio, uno studio fatto dall’Oxford Research Group stima che 389 di essi siano stati uccisi volontariamente da cecchini, 764 sono stati condannati a morte, e più di 100, compresi bambini piccoli, sottoposti a torture. La maggior parte di essi sono morti nella città di Aleppo: 2223.