Dopo le (apparenti) aperture in tema di diritti umani da parte del governo cinese, si assiste invece a una nuova ondata repressiva, in particolare contro comunità di cristiani protestanti presenti in Cina. Agenti della polizia sono infatti intervenuti con la forza in alcune abitazioni dove si stavano celebrando riti religiosi, abitazioni appartenenti ad aderenti alla chiesa protestante denominata Chiesa del raccolto. L’accusa è quella di riunione illegale: sono state sequestrate bibbie, libri religiosi vari e altro materiale di culto, come riporta oggi l’agenzia Asianews. La motivazione ufficiale usata dalla polizia è stata “mancanza di requisiti di sicurezza per permettere a quel numero di persone di trovarsi insieme in abitazioni private”. Un testimone ha detto, parlando con ChinaAid, associazione in difesa dei dritti umani in Cina: “Appena sono arrivati hanno rimosso computer, proiettori e altri oggetti nella stanza. Il loro capo di ha detto che ‘non siamo i benvenuti’ e ha preso tutti i nostri libri, comprese le Bibbie e i libri degli inni. Ora stiamo cercando di negoziare per riavere le nostre cose”. L’irruzione è stata descritta come estremamente violenta, con insulti e bestemmie da parte degli agenti. Come per la Chiesa cattolica, anche la Chiesa protestante ha una struttura ufficiale riconosciuta dal governo cinese, mentre tutti gli altri gruppi che non sono registrati dal governo sono perseguitati. In Cina si contano circa 80 milioni di cristiani protestanti non ufficiali contro 20 milioni di riconosciuti dal governo. 



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