Un ritrovamento clamoroso, pensando ai decenni che separano il ritrovamento stesso dal momento in cui venne nascosto quello che è stato definito il tesoro di Hitler. Ovviamente una definzione in chiave pittoresca questa, in quanto il tesoro in questione non era stato messo lì dal dittatore tedesco. Una collezione di quadri di valore inestimabile, uno dei tanti furti operati durante l’occupazione nazista dell’ultima guerra e che nessuno pensava più di ritrovare. Invece per più di sessant’anni quadri di artisti come Picasso sono rimasti dimenticati dietro a scatole di cibo andato a male. Il tesoro di Hitler, poi, non era in qualche paese lontano, ma dietro l’angolo, a Monaco di Baviera. Si pensava fossero andati distrutti durante i bombardamenti di Dresda nel 1945, invece erano stati messi in salvo. I quadri erano stati in parte rubati agli ebrei o confiscati in quanto ritenuti, come voleva il nazismo, “opere depravate”, e in parte venduti per pochi soldi da gente disperatamente povera per via della guerra: ed ecco riapparire opere di Picasso, Renoir, Matisse e Chagall. Per qualche motivo questo ben di Dio era finito in possesso di un collezionista tedesco, Hildebrand Gurlitt. Alla sua morte il figlio aveva cominciato a rivenderle per intascare i soldi. Tre anni fa l’uomo viene fermato per un controllo su alcuni assegni: si decide di indagare su di lui e si arriva allo scantinato dove si trovano i dipinti. Secondo le prime stime, i quadri avrebbero un valore economico di oltre un miliardo di euro.