Dalle notizie che giungono dall’Iran sembrerebbe che il nuovo presidente Hassan Rouhani non abbia compiuto alcuna autentica svolta democratica all’interno del suo paese. Sebbene in politica estera abbia dimostrato notevoli aperture rispetto al suo predecessore, ad esempio verso Israele e sul nucleare, continuano in Iran le persecuzioni nei confronti delle minoranze, siano gli omosessuali o i cristiani o anche appartenenti ad altre religioni. E’ notizia di queste ultime ore infatti che quattro cristiani appartenenti a una chiesa protestante sono stati condannati ciascuno a 80 frustate per aver bevuto del vino durante una funzione liturgica e per essere stati trovati in possesso di una antenna satellitare. La notizia ha suscitato le proteste della Casa Bianca, che ha parlato di preoccupazione per le continue violazioni della libertà religiosa in Iran. Persecuzioni che riguardano anche gli ebrei, i sufi e altre minoranze arrivando talvolta anche alla pena di morte. Stessa sorte riguarda gli omosessuali che vengono continuamente tratti in arresto. Le autorità iraniane hanno recentemente inserito i gay nello stesso gruppo dei satanisti, allo scopo di screditarli ulteriormente davanti all’opinione pubblica. La legge iraniana punisce gli omosessuali anche con la pena di morte. Altra notizia recente è l’esecuzione pubblica di cui è stato vittima uno studente di ingegneria appartenente alla religione Baha: era già stato espulso dalla facoltà per le sue credenze religiose. Infine, da quando Rouhani è diventato presidente, 125 persone sono state giustiziate con la pena di morte.