Si tratterebbe veramente di morte per avvelenamento nel caso del leader palestinese Arafat, secondo gli ultimi esami medici effettuati in Svizzera. Il rapporto appena trasmesso alla vedova di Arafat e alle autorità palestinesi ha già fatto gridare all’omicidio politico con richiesta di istituire una commissione internazionale che riapra il caso. Arafat, scomparso l’11 novembre 2004, morì ammalandosi improvvisamente dopo un pasto. “Era un uomo fragile e malato” ha raccontato a ilsussidiario.net Paolo Guzzanti, l’ultimo giornalista che ha avuto modo di incontrarlo e di parlarci “con scarse capacità anche mentali. Da questi esami che ho avuto modo di leggere, risulterebbe veramente morto a causa del polonio 210, ma qui si aprono numerosi interrogativi”. Per Guzzanti infatti non è per nulla chiaro non solo chi abbia voluto la morte di un leader ormai ridotto quasi esclusivamente a figura rappresentativa, ma anche i motivi: “Israele non aveva nessun vantaggio a eliminare Arafat in quel momento storico, chiediamoci invece se ne avevano i suoi rivali all’interno dell’Olp”.



Sembra proprio che dagli ultimi studi medici Arafat sia stato avvelenato. Lei che idea si è fatto?
Ho avuto modo di leggere questi esami ed effettivamente sono state trovate tracce di polonio, esterno ma anche nelle urine, e tracce di polonio anche nello spazzolino da denti e nel cibo. A questo punto è da capire chi lo abbia voluto morto, perché il polonio 210 a parte microgrammi da laboratorio in quantità omeopatiche minime usate in alcuni laboratori medici, viene prodotto esclusivamente in Russia, non c’è altro paese al mondo che lo produca.



Un chiarimento. Che cos’è esattamente il polonio 210?
Una sostanza radioattiva che fino agli anni 60 era usata da tutti i paesi che avevano armi atomiche come innesco delle armi, come “trigger”, il grilletto. Poi però la tecnologia americana e quindi quella occidentale lo hanno abbandonato e smesso di produrlo e hanno scelto altre tecniche. L’unico paese che ha continuato a produrlo è la Russia. Verrebbe quindi da chiedersi questo polonio da dove veniva e in che quantità fosse, anche questo è molto importante da sapere.

Il polonio ci fa venire immediatamente alla mente la morte dell’ex agente dei servizi segreti russi Litvinenko, ucciso a Londra proprio con questo sistema.
Infatti. Prima della sua morte non era mai accaduto nella storia del crimine che questo isotopo radioattivo fosse usato come veleno, tanto è vero che fu usato per non far capire che era omicidio. Poi gli inglesi si intestardirono sul caso, diedero tutto in mano ai laboratori militari e venne scoperta la verità.



Ecco dunque un primo tassello: i russi, che non sono esattamente amici di Israele, e il tentativo di nascondere che tipo di morte incontrò Arafat.
Sembra infatti che anche con Arafat sia stato scelto questo stesso veleno che simula una gastroenterite acuta con vomito e diarrea e ancora molto vomito in maniera progressiva. Poi il soggetto sembra recuperare, invece si ammala di nuovo e alla fine muore.

Esattamente quanto accaduto ad Arafat. In quel momento storico, chi poteva trarre vantaggio dalla sua morte? 

Certamente non Israele, che non avrebbe tratto nessun vantaggio politico dalla morte di un leader anziano e malato. 

Lei fu l’ultimo giornalista a incontrarlo pochi anni prima, era davvero così malato? 
Passammo una intera notte all’Hotel Excelsior a Roma a discutere. Una certezza di decadenza mentale l’avevo vista già negli anni 80 quando lo incontrai in Libano. Quello che vidi a Roma fu un uomo malato con un forte tremore e che ripeteva sempre le stesse cose, era molto malato certamente. Poi si chiuse nel suo compound e non si mosse di lì fino alla morte. Gli israeliani secondo me, di tutto avevano bisogno meno che della sua morte, a meno che non fosse un regolamento di conti, una sorta di vendetta per il suo passato terroristico. Per gli israeliani era meglio avere un vecchio nemico malato con capacità fisiche limitate piuttosto che un prestante Abu Mazen più radicale, senza il passato romantico di Arafat, ma più concreto nelle trattative. 

Dunque l’ipotesi che si può fare è che sia stato eliminato dai suoi stessi compagni, per cambiare il corso storico. 
Non solo, ma ci sono anche questioni economiche importantissime come la ripartizione dei cospicui fondi economici che le Nazioni unite e l’Europa davano e danno alla Palestina. Questi soldi erano ragione di guerre intestine gravissime. Poi lui aveva il suo tesoro in Svizzera, un sacco di soldi. Come vede di ipotesi se ne possono fare molte. 

Quindi la pista israeliana cade. 
Se è stato ucciso per un buon motivo diciamo di politica estera, cioè da Israele, qualcuno mi deve spiegare il perché del vantaggio. Se invece si tratta di una faida, di un omicidio di tipo machiavellico mi sembra che risponderebbe perfettamente a una lotta per il potere o per il tesoro. 

La vedova di Arafat e Wassel Abu Yussef, dirigente attuale dell’Olp, dopo questi esami medici hanno parlato di crimine politico e chiesto una commissione internazionale sul caso. 

Una pessima soluzione perché sarebbe una commissione politica con una sentenza politica. Concluderebbero che è stato ucciso dal Mossad. Hanno tutti i diritti di chiedere una commissione, ma qualcuno porti delle prove. Se si fa la commissione abbiamo un verdetto politico, dato che la Palestina conta su una maggioranza sicura all’Onu. Arriveremmo all’ennesima condanna di Israele. Gli israeliani hanno un sacco di colpe ma questa mi sembra difficile non per motivi etici ma logici: che senso avrebbe avuto una tale eliminazione per loro? 

Forse una scheggia impazzita dei servizi israeliani, che voleva vendetta? 
I fatti sono andati come sappiamo, dal punto di vista storico. Ripeto, se ci fosse una autorità preposta alle indagini nel senso di una magistratura e di un polizia scientifica, ben venga. Se invece si deve fare una commissione politica sarebbe una cosa pessima. 

Con tutti i problemi in cui vive il popolo palestinese, che significato ha per loro la riapertura di questo caso? Arafat è ancora una figura carismatica? 
Immagino che sia qualcosa come Che Guevara per l’America latina. Ma ricordiamoci che i palestinesi sono gente pratica al di là della facciata. Dipendono come sappiamo da Israele per l’elettricità, per gli ospedali, per le strade, quindi ho qualche dubbio che abbiano voglia di accendere una rissa immotivata. Se ci fossero le prove che è stato Israele, sarebbe di importanza gravissima planetaria; diversamente, perché fare una sceneggiata politica, forse per sfruttare mediaticamente questa cosa, per poterne trarre dei frutti mediatici? Nel lungo termine mi sembrerebbe l’ipotesi più probabile.