Per decenni, durante gli anni dell’Urss e del regime comunista, eravamo stati abituati a leggere le notizie che provenivano oltre cortina a firma dell’unica agenzia di stampa riconosciuta, quella di stato, la Ria Novosti. Adesso la Novosti non esiste più: Putin ha firmato nei giorni scorsi un decreto in cui viene annunciata la sua chiusura e l’apertura di una nuova agenzia di stato, la Rossiya Segodnya (Russia Today). Il motivo? “Trasmettere il messaggio politico del Cremlino in modo più efficace”. Per tutti gli osservatori il gesto sembra un nuovo tentativo di stringere i cordoni della libertà di stampa e operare un più severo controllo dell’informazione da parte del Cremlino. Da tempo infatti si assiste a chiusure di organi di stampa o a nomine di responsabili che siano in linea con il governo russo e soprattutto di provata fede anti occidentale. La Novosti, una delle più grandi agenzie di stampa del mondo, era stata aperta nel 1941 ai tempi di Stalin. A capo della nuova agenzia di stampa è poi stato nominato Dmitry Kiselyov, noto per la sua posizione anti gay. La stessa Novosti ha così commentato la sua chiusura: “E’ l’ultimo di una serie di cambiamenti nel panorama russo, che sembra dirigersi verso un controllo statale sempre più stretto del già pesantemente controllato settore dei media”.