Il primo dicembre scorso, su volontà popolare, la grande maggioranza dei croati ha detto “no” alle nozze gay. Il 65,77%, infatti, si era espresso a favore del “sì” al quesito in cui si chiedeva: “Vuoi definire il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna?”. Il referendum aveva visto però un tasso di tasso di partecipazione molto basso, il 37,9%, e questo ha spinto la maggioranza di centrosinistra a chiedere una regolamentazione della materia referendaria per evitare in futuro altri casi in cui la Costituzione possa essere modificata da una esigua minoranza di cittadini. Il Parlamento croato ha dunque avviato proprio oggi la procedura per la modifica della Costituzione, soprattutto negli articoli relativi al referendum: in particolare, alcuni dei principali emendamenti proposti prevedono un abbassamento del numero delle firme richieste per indire un referendum su iniziativa popolare, dalle attuali 450mila a 200mila, ma anche regole più chiare sull’ammissibilità dei quesiti. Potrebbe essere introdotto poi anche un sistema di quorum molto più rigido per evitare che una piccola parte dei cittadini possa modificare la Costituzione. La votazione è prevista tra una decina di giorni.