Il caso è stato aperto grazie a una lettera inviata al quotidiano inglese Daily Mail da parte di una lettrice. La donna, abitante nella città di Newcastle, ha raccontato di essersi imbattuta facendo shopping natalizio in un negozio che apparentemente metteva in vendita oggettistica di questo periodo dell’anno. Nel dettaglio si trattava di un negozio di una nota catena inglese che vende anche online in tutto il mondo, Urban Outfitters. Dentro, con sua grande sorpresa, la donna ha trovato cartoline con su scritto ‘Merry F****** Christmas’ oppure un porcellino salvadanaio con l’effige di Gesù e altro oggetti analoghi. La donna è cattolica praticante, da qui la sua lettera indignata in cui dice che ha ovviamente trovato offensivo questo tipo di merce in un periodo, quello natalizio, particolarmente significativo per ogni credente. Quando si è recata a chiedere spiegazioni allo staff del negozio si è sentita dire di rivolgersi ai responsabili della sede di Londra. Ha mandato una mail e telefonato, ma nessuno le ha risposto. Dopo vari tentativi finalmente ha ricevuto una risposta da un responsabile della catena, la quale ha chiesto scusa ma ha detto che la parola “f…” (il peggior insulto che si possa usare nei paesi anglofoni tanto che ancora oggi è vietato scriverlo per esteso sui giornali o sui siti) non è stata usata per offendere i credenti e il Natale, ma solo perché ormai entrato nel linguaggio comune dei giovani e anche di molti insegnanti scolastici, una parola usata per dare enfasi creativa a una espressione, dunque, secondo il negozio, alla fine è stata usata in modo positivo. In un articolo pubblicato sul Daily Mail al proposito di questo caso, si fa questa osservazione: che succederebbe se si mettessero in vendita oggetti con scritto Happy F****** Ramadan o F*** Yom Kippur? La morale, si dice nell’articolo, è purtroppo una sola: certe religioni si possono offendere più di altre e la religione cristiana è certamente quella che viene offesa, anzi l’unica, più delle altre.